I giganti tech proteggono terroristi e pedofili?

I giganti tech proteggono terroristi e pedofili?

I giganti tech proteggono terroristi e pedofili?

Ne è convinta Cressida Dick, alto ufficiale di polizia britannico

I giganti tech proteggono terroristi e pedofili?

Cressida Dick, commissario della British Metropolitan Police, sostiene che il focus dei giganti della tecnologia sulla crittografia end-to-end rende di fatto “impossibile in alcuni casi” per la polizia fare il proprio lavoro, come arrestare terroristi o pedofili.

La crittografia end-to-end – chi usa Whatsapp ne avrà sentito parlare almeno una volta – è una funzione che rende impossibile a chiunque, tranne al mittente e al destinatario, leggere i messaggi inviati online.

Il commissario, in un pezzo rilasciato al Telegraph, ha sottolineato che i progressi nelle tecnologie di comunicazione, e quindi anche questo tipo di crittografia, hanno permesso ai terroristi di “reclutare chiunque, ovunque e in qualsiasi momento” attraverso i social media e Internet.

A questo dato si aggiunge una recente comunicazione Apple, che ha fatto sapere di aver ritardato il piano per la scansione dei dispositivi iPhoneche aveva come obiettivo il rilevamento di materiale pedopornografico (CSAM) online.

In merito si segnala che Priti Patel, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, ha lanciato il Safety Tech Challenge Fund all’inizio di questa settimana.

Il fondo mira a contrastare gli abusi sessuali sui minori online e finanzierà lo sviluppo di nuove tecnologie che consentano il rilevamento di materiale pedopornografico (CSAM) online, senza violare la crittografia end-to-end.

Esistono altri modi per contrastare l’illegalità online?

Anche per Alec Muffett, alla guida del team che ha creato la tecnologia di crittografia end-to-end per Facebook, è convinto che non sia necessario compromettere la privacy di un utente per rilevare pedofili e terroristi.

In un’intervista alla BBC Muffett ha spiegato che basta analizzare il comportamento online di un utente. “Se hai un account Facebook di un maschio di mezza età che invia messaggi casuali a una dozzina di adolescenti di punto in bianco, allora hai un’attività potenzialmente sospetta. Potrebbe essere innocente, ma è certamente un problema che vale la pena approfondire”.

Se ti interessa restare aggiornato sulle maggiori notizie del mondo degli affari e della finanza allora iscriviti alla nostra newsletter free.

ABOUT THE AUTHOR

Pietro Di Lorenzo