Breve corso che ha come obbiettivo quello di approfondire il legame che esiste tra il mondo della psicologia ed il mondo della Borsa: cioè l’uomo. Per essere dei trader vincenti non basta avere grandi conoscenze o Trading system efficacissimi ma sono indispensabili anche altre caratteristiche come la disciplina, la pazienza, il senso della realtà, l’obbiettività, la mancanza di presunzione e di avidità.

Obbiettivo di questo breve corso è quello di scoprire il legame che esiste tra il mondo della psicologia ed il mondo della Borsa. Questo legame è più stretto di quanto si possa immaginare e si chiama uomo. E’ fondamentale conoscere la psicologia degli investitori e di se stessi, in quanto gran parte delle operazioni che la gente comune compie in borsa viene influenzata dallo stato d’animo,dalle sensazioni,dalla paura,dalle emozioni,che sono soltanto individuali, e influenzate dalla situazione contingente,non che dalla propria storia ed esperienza personale. . La Borsa è un fenomeno molto complesso ma prima di ogni altro aspetto è un fenomeno sociale, in quanto messo in atto da soggetti umani, e quindi va affrontato con metodologia psico-sociale,
Negli Stai Uniti, già da anni vengono molto enfatizzati questi temi, tanto che esistono figure professionali che si occupano proprio degli aspetti psicologici del trader. Disse Richard Bernstein: “La migliore tecnica di investimento nelle mani dello speculatore incompetente e indisciplinato potrebbe diventare uno strumento di autodistruzione”. Questo a conferma del fatto che non basta per essere dei trader vincenti avere grandi conoscenze o Trading system efficacissimi. Sono indispensabili anche altre caratteristiche come la disciplina, la pazienza, il senso della realtà, l’obbiettività, la mancanza di presunzione e di avidità ecc.
Posso dirvi che ho provato sulla mia pelle quanto sia importante un’approccio mentale giusto ai mercati finanziari sia in termini reddituali sia in termini di autostima. Quindi consiglio a tutti di dare un’occhiata a questo corso, potrebbe esservi di grande aiuto…
Pietro Di Lorenzo

Il trading on line ha rivoluzionato le abitudini degli investitori italiani, ha sconvolto un panorama finanziario fino a quel momento piuttosto tranquillo, anche grazie all’alta redditività dei titoli di Stato. Molti si sono scoperti appassionati di finanza e si sono avventurati senza le necessarie competenze in un settore dove, invece, è necessario grande studio e massima professionalità. Lo stato d’animo che ha spinto gli investitori ad entrare velocemente sul mercato finanziario attraverso il trading on line è stato quello chiamato dagli americani “fear of missing the boat” (paura di perdere il treno) che nel caso di chi opera in borsa vuol dire paura di perdere un guadagno. L’investitore medio è stato pervaso da un sentimento d’ansia mista al rammarico di non essersi immediatamente accodato a coloro i quali potevano già godere di guadagni stratosferici in pochissime ore.
Prima di iniziare ad operare in prima persona sul mercato finanziario, sarebbe stato utile, leggere ciò che ha scritto Gary Bieldfeldt, uno dei più famosi trader di Wall Street, che basava la sua filosofia sulla specializzazione, ovvero il contrario della diversificazione. Diceva Bielfeldt : “la miglior cosa che possa fare chiunque si avvicini per la prima volta ai mercati finanziari è apprendere come funziona un trading system. Questo lo porterà a riconoscere l’importanza del sapere lasciar correre i profitti e di come le perdite devono essere tagliate”. Fra le caratteristiche necessarie ad un buon trader indicava la capacità di perdere; questa implica il fatto di non essere emozionalmente toccati in caso di una o più operazioni chiuse in perdita e quindi porta a rispettare automaticamente lo stop-loss, cosa che invece molti non fanno perché psicologicamente impediti. Ulteriore requisito che doveva avere il trader di successo era il coraggio che significa saper affrontare il mercato con la sicurezza necessaria che nasce a sua volta dall’essersi preparati professionalmente.

  • Un buon investimento è un’operazione complessa e difficile che richiede tempo, attenzione, competenze. Attraverso l’utilizzo di alcune semplici precauzioni e di un approccio mentale “giusto” è possibile diventare dei “Winning trader” (investitori vincenti) sviluppando alcune doti indispensabile come il senso della realtà, l’obbiettività, la pazienza e la disciplina.
    Il primo passo di una strategia vincente è quello di abbandonare l’idea di avere la verità in tasca in quanto la rigidità è uno dei maggiori difetti per chi opera in borsa. L’approccio che dovrebbe guidare il trader è detto “open to revision” ossia pronti a cambiare idea quando le circostanze o i fatti lo impongano.In borsa si opera per guadagnare e non certo per avere ragione e per questo è controproducente fare delle previsioni nel senso stretto del termine. Bisogna semplicemente prendere atto di quello che accade o è accaduto e dunque regolarsi di conseguenza.
    La maggior parte dei trader si concentra sul prevedere più degli altri e più correttamente: questo dipende dalla nostra formazione che ci spinge a cercare di avere ragione. Fare buon trading non ha nulla a che fare con il predire correttamente i mercati; infatti un bravo trader potrebbe avere ragione solo nel 30% dei casi ed avere performance soddisfacenti, questo perché il guadagno in Borsa non è legato alla correttezza delle previsioni ma alla capacità di far correre i profitti e tagliare le perdite.
    Non possedendo sfere di cristallo ma soltanto la ragione bisogna operare per “tentativi ed errori” (trials and error) per cercare di superare al meglio le difficoltà. Lasciano quindi il tempo che trovano le “profezie di borsa” che da più parti vengono continuamente .
    Charles Dow disse che ” Nessun altro fattore è maggiormente responsabile delle perdite in borsa quanto l’orgoglio di ammettere i propri errori”. A tutt’oggi a distanza di oltre mezzo secolo, non c’è nessuna statistica che invalidi questa affermazione di Dow. Sostanzialmente con il termine di “Orgoglio delle proprie azioni”, Dow voleva intendere la caparbietà e l’inabilità’ ad ammettere un proprio errore di valutazione. Nella vita di tutti i giorni un simile atteggiamento al massimo può compromettere qualche relazione, o far fallire qualche trattativa, ma nel mondo della borsa questo atteggiamento è la ricetta per il disastro. Questo atteggiamento risulta sempre fallimentare, sia quando i mercati flettono perché il dogmatismo mentale, si trasforma in una superiore forma di altezzosità sino a negare l’evidenza dei trend cambiati. L’orgoglio delle proprie opinioni fa disastri anche quando si inanellano una serie di risultati positivi, l’entusiasmo e la presunzione associati ad un giudizio tecnico più superficiale e spesso associato a strumenti finanziari con effetto leva, portano ad abbassare il livello delle difese ed a far assumere più rischi, cosa che, spesso, porta a perdere in poche operazioni quanto più o meno faticosamente accumulato nel passato.

La capacità di un investitore di cambiare opinione, se i fattori di fondo del mercato o del titolo di riferimento sono cambiati, è la chiave determinante per il successo in Borsa. Ogni persona che fa trading, possiede un proprio atteggiamento mentale e una propria caratteristica psicologia, quindi l’orgoglio nelle proprie idee avrà gradi e sfaccettature diverse da individuo ad individuo. La maggior parte degli investitori crede che sia relativamente semplice guadagnare tanto e presto in Borsa soprattutto quando entrano in un mercato fortemente rialzista.
L’atteggiamento nel trading, in realtà, deve essere approcciato, con molta cautela, come qualunque altra professione, ma questo non avviene fondamentalmente per due motivi:
1) Il costo e l’impegno personale per iniziare a fare trading è sostanzialmente contenuto: piccoli capitali, un telefono, un contratto sottoscritto con la propria banca o sim e un monitor per guardare i prezzi. Non esiste al mondo una professione più facile veloce e allettante da iniziare; basti pensare ad un qualsiasi colloquio di lavoro dove si deve dimostrare l’esperienza richiesta, o le qualifiche professionali, ecc, Anche una nuova attività imprenditoriale richiede licenze, autorizzazioni, contratti, uffici, attrezzature, impianti, attività di marketing, ecc, Iniziare ad investire in Borsa, invece, nel confronto è evidentemente molto più semplice.
2) E’ opinione comune che fare trading sia semplice, basta acquistare basso e vendere alto. I mezzi di comunicazione e la stampa fanno il resto in termini di stimoli, e parlano con enfasi dei vincenti.Tutto questo condiziona il neofita, facendogli pensare che sostanzialmente sia semplice guadagnare soldi, o quanto meno c’è un rischio contenuto.
Il fatto che sia semplice guadagnare in Borsa è evidentemente falso ed incoerente con la realtà e lo dimostra il fatto che alcune delle menti migliori a livello mondiale hanno investito risorse enormi e tempo per guadagnare sui mercati. Questo dimostra che il trading è enormemente più complicato di quello che possa apparire. Risulta quindi difficile pensare che gente con molto entusiasmo ma poca esperienza possa avere performance pari a quelle di professionisti così preparati.
Operare in Borsa richiede molta umiltà; La prima debolezza che il “mercato” sfrutterà a suo favore è l’orgoglio del neofita di conseguenza è il primo aspetto dal quale ci si deve difendere. I mercati premiano finanziariamente e psicologicamente coloro che li approcciano con umiltà con desiderio di conoscenza e con la volontà di studiarli. Non è possibile trasferire l’esperienza o l’abilità, ma bisogna vivere le esperienze traendo i giusti feedback dai propri risultati in modo da poter costruire un buon futuro da investitore di successo proprio attraverso il superamento di periodi difficili per gli investitori, come questo.
I mercati sono totalmente indipendenti dai desideri o dalle speranze dalle dei suoi investitori, quindi quando un trader permette al proprio orgoglio, cioè al proprio ego, di prendere il sopravvento le difficoltà aumentano in maniera esponenziale.
Bisogna imparare dai propri errori; un corretto atteggiamento mentale è quello di essere estremamente guardinghi, cioè essere pronti a cambiare approccio se le condizioni che hanno spinto determinate conclusioni si rivelassero errate. Per capire se le condizioni di mercato stanno cambiando bisogna fare un’analisi delle ultime operazioni in perdita e analizzare che cosa ha portato a quelle considerazioni e perché i risultati sono diversi dalle aspettative. Non bisogna, dunque, subire passivamente questa situazione ma analizzarla. Questo atteggiamento mentale implica non solo che si è capaci di riconoscere i propri errori ma anche che si desidera correggerne le cause.

In Borsa per un operatore che guadagna c’è sempre un’altro che perde e in realtà a perdere sono i più, in particolare i trader non professionisti, a vantaggio di pochi. E’ possibile, però, tentare di passare dalla parte di questi ultimi imparando ad adottare un sistema di regole ed allenarsi ad applicarle quasi automaticamente, senza mai metterle in discussione mentre operiamo. Le regole possono essere ovviamente modificate, ma a mente fredda, ossia quando non si opera. In base alla mia esperienza riporto le regole più importanti e spesso trascurate:
1) Stabilire la perdita massima che si è disposti ad accettare (che personalmente stimo mediamente fra il 4% ed il 6%). E’ da tenere presente che in base a questa regola per perdere tutto il capitale disponibile ci vorrebbero (nel caso del 5%) 20 compravendite perdenti di fila, cosa che sembra evidentemente improbabile.
2) Stabilire lo Stop loss (ferma la perdita) ossia il limite prefissato della perdita che si è disposti a sostenere per ogni singola operazione ancor prima di acquistare un’azione. Lo stop loss non coinciderà con la perdita massima ma è importante rianalizzarlo a mente fredda o a mercato chiuso studiando un grafico sul quale sono tracciati supporti e resistenze. Lo stop loss non deve essere fisso in quanto se l’azione acquistata guadagna,deve essere spostato verso l’alto (stop gain). E’ molto importante scegliere un’intermediario finanziario che offra la possibilità di introdurre lo stop loss contestualmente all’ordine di acquisto di un’azione, cosa che in Italia offrono solo tre operatori.
3) Cercare il più possibile di stabilire un prezzo obbiettivo (Target price) al raggiungimento del quale bisognerà vendere l’azione acquistata; sempre in base al principio di prendere le decisioni a mente fredda anche per questa vendita l’ordine dovrebbe essere dato contestualmente all’acquisto e andrebbe eseguito in automatico. Non è particolarmente importante se l’azione venduta poi continua a salire, perché bisognerà avere cura di investire il capitale, più i guadagni, in azioni che riteniamo vincenti.
4) Mai permettere che un guadagno si trasformi in perdita perché quando questo accade si perde fiducia in se stessi o, peggio, ci si sente vittima degli speculatori (market manipulators) che manovrano il mercato a loro piacimento. Questo è un tipico atteggiamento mentale (mindset) dei trader perdenti che si crogiolano in questa situazione che ben conoscevano dall’inizio. Quando si incappa in questo errore è meglio non operare per un po’ per capire il perché di questo sbaglio, che in verità è piuttosto frequente e diffuso.
Queste suddette regole valgono soprattutto per i mercati estremamente volatili, quindi proprio per i mercati attuali specie per quelli della “new economy” come il Nuovo mercato e il Nasdaq.

Uno degli errori più comuni dei trader, dovuto al non rispetto del sistema delle regole, si definisce “loss trap” ossia tenere titoli in perdita perché il titolo è troppo deprezzato per poterlo vendere. Quando un solo titolo è immobilizzato, ci si può permettere il lusso di aspettare tenendo immobilizzata una piccola cifra, ma se i titoli “bloccati” iniziano ad essere diversi, essendo le risorse nella maggioranza dei casi limitate, il rimaner invischiati su una o più azioni che non vanno precluderà la possibilità di far “lavorare bene” i soldi. Anche se dopo un lungo downside (discesa) o anche solo dopo un lungo trading range (movimento laterale) il titolo si decide a risalire recuperando quanto perso ed entrando in zona guadagno, non vorrà dire che la strategia adottata sia giusta. Questo perché resterebbe sempre da chiedersi quale sarebbe stata la redditività di quei soldi se invece che su quel titolo in perdita, o stagnante, fossero stati impiegati su titoli vincenti. E’ evidente, quindi, come il fattore tempo sia fondamentale nelle strategie di Borsa in quanto è chiaro come sia ben diverso guadagnare, ad esempio, il 10% in un giorno, una settimana o in un’anno.
Un altro errore in cui incorrono spesso i trader è quello di giudicare conveniente un’azione perché ha perso molto. Si spiegano così i portafogli di molti investitori pieni di azioni di aziende che all’inizio della loro interminabile discesa dei corsi sembravano in ottima salute . Succede spesso che la situazione si appesantisce ulteriormente allorquando gli investitori scelgono la scellerata strategia di mediarle al ribasso, cioè accumulare il titolo acquistandolo a prezzi via via più bassi lungo tutta la parabola discendente. Accumulare azioni che apparentemente inspiegabilmente hanno lunghi periodi di calo (downside) non è mai una pratica consigliabile per i seguenti motivi:
1) Se veramente sono azioni di aziende sane che, però, non fanno altro che scendere, vuol dire che ci sono “mani forti”, ossia investitori istituzionali o grossi fondi d’investimento, che vogliono tenere i corsi bassi per i loro imperscrutabili motivi. Inutile acquistare queste azioni mentre scendono sulla base di argomentazioni fondamentali perché è sicuro che chi vuole tenerle sottovalutate è più forte di qualsiasi ragione di carattere fondamentale.Ciò non vuol dire che queste azioni non siano interessanti, anzi lo sono molto ma vanno monitorate attentamente perché i loro breackout, ossia la rottura esplosiva di importanti resistenze, sono il segnale che la strategia delle “mani forti” sta cambiando e quindi bisogna essere pronti a seguirla. Ecco perché è utile che analisi dei fondamentali ed analisi tecnica interagiscano perché la prima può segnalare per tempo le azioni sottovalutate e la seconda i breackout.
2) In una situazione normale se un’azione scende ci sono dei motivi e non è detto che il mercato ne sia a conoscenza, anzi solitamente i trader non professionisti li scoprono solo in un secondo momento, quando ormai il loro investimento è ampiamente compromesso.
3) Anche ammettendo che un’azione abbia finalmente imboccato l’upside, o risalita, bisogna tenere ben presente i potenziali venditori in agguato; questi sono coloro i quali hanno acquistato il titolo prima che si inserisse nella lunga parabola discendente e che non aspettano altro che raggiungere il break even point ossia chiudere la posizione in pareggio. Una tecnica utile per individuare i potenziali venditori ai diversi livelli di prezzo è quella di studiare attentamente i volumi ai vari livelli delle resistenze.

  • Sarebbe cosa saggia, prima di acquistare un’azione, quella di chiedersi quanto si è disposti a perdere con quell’operazione in quanto questa domanda porterà con se vari vantaggi:
    1) Si ammetterà, implicitamente, di potersi sbagliare cosa che mitigherà il senso di sicurezza che spinge all’acquisto e prefigurerà scenari diversi da quello ipotizzato con le eventuali contromisure. Sostanzialmente lo stop loss corrisponde al livello in cui i presupposti del trade, decadono ed annullano il castello di ipotesi razionali che era stato pianificato.
    2) Ammettendo che l’azione possa perdere invece che guadagnare ci si chiederà automaticamente se il rischio che si ci accinge ad affrontare valga la ricompensa (risk-reward ratio). Studiando un grafico e avendo dei fondamenti di analisi tecnica sarà facile individuare la resistenza più vicina ossia una soglia di prezzo dove ci sono potenziali venditori in agguato.Allo stesso modo sarà facile individuare il primo supporto o livello di prezzo in cui presumibilmente la discesa si fermerà; se questo supporto sarà troppo lontano e quindi la possibile perdita troppo consistente si potrà a buon diritto rinunciare all’operazione in quanto troppo elevato il rapporto rischio/ricompensa.
    3) Una volta stabiliti i primi due punti, si potrà individuare con precisione il livello di vendita, in caso di perdita, evitando così di trovarsi in balia del mercato allorquando l’acquisto non si rivela vincente.
    Questa situazione evidenzia chiaramente la grande importanza di operare con gli stop loss che non servono a fare perdere laddove si sarebbe dovuto guadagnare, bensì servono, a fronte di una perdita contenuta, a non rimanere “impantanati”,ossia avere il portafogli pieno di titoli in forte perdita, consentendo invece di cogliere quotidianamente le migliori opportunità che il mercato offre. Inoltre gli stop loss evitano guai dovuti a quei titoli che si incanalano in un’ interminabile discesa.
    Ciononostante, permane la riluttanza di molti trader ad applicare gli stop loss con decisione e disciplina. Ai più sprovveduti sembra addirittura di fare “una cosa contro natura” sostenendo che una perdita non è tale fin che non si è chiusa la posizione. Costoro dovrebbero, invece, tener ben presente che per recuperare, ad esempio, una perdita del 20% l’azione deve avere un’incremento del 25% mentre per recuperare una perdita del 30% l’incremento deve essere del 43% e via di seguito.
    Per quanto riguarda le modalità di calcolo dello stop loss, è meglio non applicare una regola fissa ma adottarne di volta in volta diverse a seconda della fase di mercato che si sta affrontando. Bruce Kovner, uno dei trader mondiali più famosi, alla domanda sul come riconosca una breve correzione (pullback) da un principio di inversione duratura rispose :” Tutte le volte che apro una posizione predetermino un livello di stop loss. Questo è l’unico sistema per poter dormire la notte; in questo modo so quando chiuderò la posizione prima ancora di aprirla, ma contrariamente al solito non pongo però degli stop loss sulla base di calcoli percentuali (per esempio 4% del prezzo di acquisto) in quanto potrebbero essere livelli facilmente raggiunti nella normale fluttuazione del titolo. Preferisco studiare graficamente livelli difficilmente raggiungibili e fissare lo stop loss sugli stessi.”

Che cos’è che contraddistingue un operatore di borsa vincente (winning trader) da un operatore perdente (lossing trader)? Per rispondere a questa domanda è interessante consultare i risultati di uno studio di Terrance Odean che ha raccolto le storie di trading di oltre diecimila account (conti) e non sorprendentemente, è giunto alla conclusione che la maggior parte dei trader aveva fatto peggio del mercato (underperformed the stock market) e solo una piccola minoranza lo aveva battuto. In realtà soltanto metà dei traders attivi se l’era cavata, raggiungendo appena il punto di pareggio (break even) e solo l’1% aveva generato un ritorno mensile di oltre il 5%. Secondo Odean se la maggior parte della gente attualmente perde soldi in Borsa, allora il mercato può essere assimilato ad una piramide in cui la ricchezza è trasferita dalla base verso il vertice, ossia dalla massa degli intermediari finanziari ai manipolatori di mercato (stock manipulators), ai market maker ed a una piccola elite di &quere che hanno sbagliato che li induce a tenere a lungo l’azione perdente e a dar via subito quella vincente. In definitiva si può dire che la gente non perda soldi perché incapace o per mancanza di conoscenza ma che la principale differenza fra winning trader e lossing trader è psicologica. In linea generale si può dire che vincenti e perdenti dispongano delle stesse informazioni, eppure i loro comportamenti differiscono in modo sostanziale.

  • Allora sono gli atteggiamenti mentali (mindset) che contraddistinguono gli operatori di borsa vincenti da quelli perdenti.Un atteggiamento mentale tipico del winning trader potrebbe essere così riassunto: se il mercato non fa quello che mi aspetto, allora devo riconsiderare la situazione; ciò presuppone di non essere perfetti ma di dover dare solo il proprio meglio. Per contro il lossing trader penserà che è impossibile capire il mercato, che non ci sono dubbi che questo sia truccato e che l’errore non è dentro di se ma è il mercato a sbagliarsi.
    Gli investitori vincenti, non si prefigurano un solo scenario e meno che mai ci si “affezionano” sperando che si materializzi per confermare la propria previsione. Al contrario essi ipotizzano almeno due scenari alternativi e per ogni scenario possibile avranno una precisa strategia da adottare, preventivamente definita, quanto più è possibile nei dettagli. Così facendo, difficilmente il mercato li coglierà di sorpresa determinando in loro scoramento, disorientamento e paralisi. Ciò che bisogna evitare, è dunque farsi cogliere di sorpresa dal mercato e rimanerne in balia quando si è rivoltato contro. In questo caso la responsabilità non è di coloro le cui previsioni sono state seguite (agenzie di rating, guru ecc.) oppure dei manipolatori di mercato, o della sfortuna, ma la colpa, o meglio la responsabilità, è dei trader che non hanno preso in considerazione questa normalissima eventualità, approntando un piano per limitare i danni al suo verificarsi. Prendersi le proprie responsabilità per quello che accade, senza imputarla al mondo esterno, è il primo passo per non ripetere di continuo gli stessi errori.
    I traders vincenti sono, dunque, quelli che studiando il passato ed il presente, cercano sempre di prefigurarsi i possibili scenari futuri; cioè delineano due o più possibili futuri scenari magari dando loro un diverso peso probabilistico sapendo a priori come comportarsi al verificarsi di una qualsiasi eventualità.
    A questo punto è possibile individuare le caratteristiche che dovrebbe avere un trader vincente; L’umiltà unita a senso della realtà ed obbiettività è un’elemento indispensabile per riuscire a non scottarsi pesantemente con i mercati borsistici. Bisogna sempre tener presente che il “curriculum” non ha nessuna rilevanza, anzi spesso il sentirsi troppo sicuro di se, magari a fronte di risultati passati soddisfacenti, è accompagnato da presunzione e conseguente distacco dalla realtà che può costare caro annullando in un sol colpo tutte le “vittorie” del passato.Ogni giorno, prima di affrontare il mercato, bisognerebbe sgombrare la mente dai dispiaceri per le perdite subite e dall’esultanza per le vincite realizzate analizzando la situazione presente con cura come se non si fosse mai perso o guadagnato nulla in Borsa.
    Un’altra dote fondamentale del trader vincente è la pazienza. Debbo dire con rammarico che questa non è proprio la dote che contraddistingue noi giovani trader; la pazienza deve anche accompagnarsi alla disciplina, ossia ad un’insieme di regole da seguire scrupolosamente senza mai debordare da applicare quasi automaticamente. Senza entrare nel merito della bontà o meno delle regole da seguire, che comunque devono essere individuate con calma e competenza, l’importante è averle e avendole monitorare costantemente i fatti ossia gli eventi di borsa per applicarle automaticamente al variare di questi eventi.Tornando alla pazienza, bisogna sempre ricordare che in Borsa è importante non avere la frenesia di operare, cioè non bisogna operare sempre ed a ogni costo.Questo modo di operare porta ad una sorta di confusione mentale con conseguenti perdite in conto capitale. Meglio aspettare il momento più opportuno quando il rapporto ricompensa-rischio è elevato, ossia quando ci sono maggiori probabilità favorevoli.
    La forza di un vero trader è la costanza nel superare con la dovuta calma e con la dovuta quiete interiore i momenti più bui, faticosi, stressanti.
    I trader vincenti hanno la caratteristica di rimanere freddi, e di dedicare solo il 10% del loro tempo al problema e sempre dedicare almeno il 90% alla soluzione.
    Fin che non si prende il controllo delle procedure di valutazione, queste possono condurre per una strada che fa dubitare delle effettive abilità: è questo è il meccanismo che fa perdere l’autostima.
    E’ necessario riportarsi in uno stato di autostima e di aspettative positive sul piano di trading: le decisioni intraprese saranno completamente diverse da quelle prese se si fosse in uno stato di vulnerabilità e di paura.

Il legame che esiste tra il mondo della psicologia ed il mondo della Borsa è più stretto di quanto si possa immaginare e si chiama uomo. E’ importante conoscere la psicologia degli investitori e di se stessi, in quanto gran parte delle operazioni che la gente comune compie in borsa viene influenzata dallo stato d’animo,dalle sensazioni,dalla paura,dalle emozioni,che sono soltanto individuali, e influenzate dalla situazione contingente,non che dalla propria storia ed esperienza personale. Se poi alcuni di questi elementi sono comuni a molti e quindi condivisi,ecco che un sentimento personale può diventare un ” sentimento” di mercato ( sentiment), in grado di influenzare i movimenti di una azione o di una intera borsa. La Borsa è un fenomeno molto complesso ma prima di ogni altro aspetto è un fenomeno sociale, in quanto messo in atto da soggetti umani, e quindi va affrontato con metodologia psico-sociale, per cercare di trarre conclusioni che possano essere utili a fini operativi.
L’operare in Borsa può rappresentare un’opportunità per conoscersi meglio e per migliorare, in quanto rileva la presenza di fragilità psicologiche meglio di altri contesti. Solo riuscendo a migliorare si potrà aspirare a guadagnare in borsa con una certa continuità. Leggendo le biografie dei grandi trader colpisce il fatto che quasi tutti all’inizio dell’attività hanno subito pesanti perdite. Anche costoro quindi erano, per loro stessa ammissione affetti da mali diffusissimi quali presunzione, avidità, fretta, indisciplina. La differenza, quindi, l’ha fatta la loro capacità di mettersi in discussione, attraverso un faticoso processo di autoanalisi, che li ha portati ad individuare i propri punti deboli ed a porvi rimedio.
Già nel 1923, sulla base delle testimonianze di esperti agenti si affermava che i nemici mortali dello speculatore sono: l’ignoranza, l’avidità, la paura e la speranza.Nel 1993 Schwager raccoglie da diversi investitori professionali di successo precise indicazioni sulle reazioni emotive pericolose nelle scelte di investimento: impazienza, eccessivi timori, troppo ottimismo e persino paura di eccessivi guadagni sono il segno di conflitti e problemi inconsci alla base di scelte sbagliate di investimento.Anche Pring, ritiene il controllo delle emozioni come la più interessante indicazione ricavabile dalla psicologia dei mercati finanziari.
L’investitore deve cerare di raggiungere il massimo dell’obiettività, evitando le decisioni sotto l’effetto di euforia ingorda o di paura. Un tipo di paura particolarmente insidiosa è la “Lossing out fear” che si manifesta dopo una forte crescita dei prezzi, come timore di “rimanere tagliato fuori da straordinarie occasioni di profitto”. Spesso l’investitore irritato per le occasioni mancate, rischia di prendere posizione frettolosamente e nel momento sbagliato. Alcune volte per l’ansia di non perdere altre opportunità, filtra l’informazione non valutando cattive notizie. Simmetricamente, la stessa paura spinge ad uscire dal mercato troppo presto per l’eccessivo timore di non saper cogliere le prime notizie negative. Le regole del buon agire nei mercati sono una condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere buoni risultati. L’anello debole della catena che porta ai successi di Borsa rimarrebbe la personalità dell’investitore. La migliore tecnica di investimento, dice Richard Bernstein, nelle mani dello speculatore incompetente e indisciplinato potrebbe diventare uno strumento di autodistruzione.
E’ indispensabile che l’investitore riconosca innanzi tutto la mancanza di obiettività. Se egli percepisse la propria debolezza e suggestionabilità più facilmente accetterebbe di stabilire, a priori, una strategia di investimento da seguire abbastanza rigidamente che lo sorreggerebbe e farebbe da contrappeso all’influenzamento degli eventi successivi. L’ideale sarebbe che la lossing out fear si tramutasse in paura di non seguire con coerenza un piano.
Ci sono altre minacce all’obiettività, nel caso, come è frequente individuare in questo periodo, di perdite dopo un periodo di euforia scatta la paura/rifiuto che induce a liquidare le posizioni anche a costo di forti perdite, pur di attenuare la grave e forse inattesa frustrazione. Un fattore di condizionamento molto negativo nelle scelte finanziarie è l’impazienza.
Già Wolf nel 1926, individuava una tendenza irrazionale alla presenza, a tutti i costi, nel mercato, detta ironicamente “Mercantite”. Più recentemente Bernstein individua una vera e propria dipendenza da contrattazione, (searching-for-a-good-trade sindrome): potenzialmente molto pericolosa. E’ meglio astenersi dall’agire nelle situazioni di eccessiva incertezza, quando cioè è esaltata pericolosamente la sensibilità alle minime notizie negative.
La Mercantite, è certamente il problema più pericoloso che grava intorno alle sorti del trading on line in quanto limita la percezione delle più importanti vicende economiche da parte degli investitori. Questo problema a lungo andare potrebbe essere l’elemento che conduca ad un deciso ridimensionamento delle transazioni da casa in quanto gli investitori frustrati e con forti perdite in conto capitale sarebbero spinti ad abbandonare questa forma di investimento.
L’investitore saggio non si lascia suggestionare dalle contingenze, avendo un preciso criterio di ingresso uscita dal mercato. Pring dice che il perfetto investitore deve assomigliare ad un guerriero che non accetta battaglia sempre e comunque, ma decide lui quando ingaggiare il nemico.

I pregiudizi, le rigidità concettuali e le speranze hanno un grande impatto nella selezione dell’informazione. Gann osserva che l’investitore tende a selezionare l’informazione più favorevole alle proprie convinzioni profonde. Gli aspetti tecnici del metodo di trading di W.D.Gann sono ampiamente trattati e reperibili ovunque, molto meno gli aspetti più significativi per intuire l’aspetto gnostico del grande trader presenti negli ultimi due libri(.”W.D.Gann Commodity corse” e “Tunnel thru the air or looking back from 1940”).
Alcune considerazioni di Gann dimostrano l’importanza che egli attribuiva alla consapevolezza ed all’atteggiamento mentale. Con il termine consapevolezza intendeva individuare quel processo mentale che permette di divenire “pienamente cosciente”. La consapevolezza potrebbe penetrare lentamente, oppure potrebbe sorgere all’improvviso nel momento in cui si diventa consapevoli dei “propri schemi mentali” e ci si inizia a guardarsi intorno in maniera obiettiva. Gann afferma che, comunque essa sia ottenuta, è come una lampadina che si accende e illumina le zone oscure della mente inconscia. La chiave per imparare la consapevolezza sta nel trovare le radici dei propri comportamenti, in modo da riuscire ad identificare le convinzioni che portano a ripetere gli stessi schemi, e molto spesso gli stessi errori. Una volta identificati gli schemi, si può procedere alla loro rimozione.
In effetti come dice Gann, la lezione più dura da imparare è non rimanere attaccati ai risultati delle proprie azioni: è necessario in borsa operare con “distacco”. Il distacco è l’abbandono dell’aspettativa associata ad uno specifico risultato. L’atteggiamento mentale corretto per un’ investitore è quello di non legarsi al modo in cui preveda che vada quel trading. Essere distaccati dal trading non significa essere disinteressati, superficiali, o distanti, significa invece rimanere neutrali nei giudizi sulle circostanza e nel desiderio interno di un risultato particolare. Il distacco significa non rimanere legati alle aspettative su come potrebbero andare le cose, cosa che comporta l’essere pronti ad abbandonare determinate posizioni con degli stop loss/profit.
Avvedersi del proprio comportamento conduce alla consapevolezza di essere gli unici responsabili delle decisioni che si prendono e questo è l’unico metodo per utilizzare ogni errore ai fini dell’apprendimento e quindi per crescere. Occorre “coraggio” per accettare l’idea che quello che si fa dipende solo da noi stessi, coraggio che si estrinseca nel momento in cui si lascia perdere il destino e si passa all’azione, eludendo le paure e così tutte le scuse mentali. Questo atteggiamento permette di evitare un calo della forza interiore che si manifesta ogni volta che la vitalità interiore è danneggiata o viene diminuito il sentimento di autovalutazione: in questi casi, con questo atteggiamento mentale è proibito fare trading. Il modo migliore di turare queste falle è di tornare a pensare ai precedenti successi, in modo da ricordare a sei stessi che cosa si è capaci di fare, e fare piccoli atti che ridiano lentamente fiducia.
Un altro dei modi mediante il quale ci si può liberare da certi schemi mentali è modificare la prospettiva in modo da poter individuare quegli stessi schemi e imparare le lezioni che offrono. Affrontare questa sfida significa accettare l’idea che qualcosa dentro di noi continua a riproporci lo stesso schema, per quanto dolorosa questa situazione possa essere. Però come diceva Carl Gustav Jung: “Non c’è presa di coscienza senza sofferenza”.
Giungere alla sfida di identificare e abbandonare i propri schemi obbliga ad ammettere che il modo in cui si stava facendo trading non funziona; identificando e abbandonando quegli schemi, in realtà si sta imparando a cambiare o meglio si sta progredendo aumentando la propria lucidità operativa. La crescita è un processo lento e doloroso, e la pazienza ci garantisce la resistenza di cui abbiamo bisogno per diventare quei trader che vogliamo essere.

Molti esperti di psicologia fanno giustamente notare che bisogna disporsi con animo positivo nei confronti della borsa e che non bisogna avere troppa paura di sbagliare altrimenti si finirebbe per farlo a causa di una simile insicurezza. Tutto questo è certamente vero, ma la sicurezza deve essere fondata su solide basi razionali altrimenti diventa incoscienza e sicumera, entrambi caratteristiche che in borsa certamente non pagano.
Ad esempio, è inutile pretendere da una persona un’atteggiamento positivo di serena fiducia, se in Borsa ha accumulato una sconfitta dietro l’altra e per giunta non può permettersi di perdere, avendo investito più del lecito in base alla sua complessiva posizione finanziaria. Questa persona dovrà smettere di operare per fare una franca autocritica e solo dopo riprendere con cautela ad operare sul mercato finanziario. Questa analisi degli errori non deve essere fatta solo per fustigarsi e compatirsi perché questo atteggiamento porterebbe con se paura, insicurezza ansia nell’affrontare le successive operazioni di Borsa. I trader vincenti sono, invece, quelli in grado di analizzare gli errori in maniera razionale e senza sentirsi sminuiti da questo tipo di analisi, quelli cioè che riescono a tenere ben distinta l’autostima dalla critica ai propri comportamenti erronei.
Il comportamento di un investitore è il riflesso della sua personalità la quale è appresa attraverso una serie di esperienze vissute dall’individuo. Il comportamento è pertanto modificabile attraverso una serie di azioni che l’investitore deve decidere di compiere per migliorare la propria operatività. In particolare il trader è in grado di modificare la propria reazione a determinati impulsi. Se decide di farlo è probabile che riesca a portarsi al di fuori della grande categoria degli investitori che perde regolarmente, a favore di pochi grandi operatori che beneficiano degli errori di molti.
E’ quindi la conoscenza di se stessi la strada maestra per aver successo in Borsa in quanto più i propri difetti e i propri limiti appaiono evidenti più si potranno tenere sotto controllo. Uno dei metodi efficaci per avviarsi sulla strada dell’autocomprensione borsistica potrebbe essere quello di prendere l’ultima operazione di Borsa perdente e chiedersi dov’è stato l’errore. Una volta individuate tutte le possibili risposte bisognerà analizzarle una per una per riuscire ad individuare il proprio “tallone d’Achille”. Un sistema di miglioramento del trading può essere l’utilizzo di una scheda di autovalutazione del trading che viene utilizzata per una auto-analisi in modo che ognuno possa avere uno spunto di riflessione sul quale approfondire le analisi del suo metodo.
La scheda da costriure deve obbligare a riempire dei campi per ogni titolo acquistato e deve essere costruita in base agli indicatori che si reputano più validi in relazione al proprio profilo temporale dell’investimento. Il sistema migliore sarebbe quello di appendere tutte le schede dei titoli con posizioni ancora aperte, su una lavagna su un muro o su qualcosa di simile in modo da tenerle tutte sott’occhio in qualsiasi momento. Alla luce delle schede raccolte ed esaminate a posteriori è molto più facile capire dove si sbaglia in quanto molti errori fanno parte proprio del sistema di trading. Il tutto è finalizzato ad imporre una disciplina operativa e supportarla con uno strumento di analisi comportamentale che permetta di individuare i punti di debolezza del nostro trading per diventare vincenti sul mercato borsistico. La scheda, che va compilata per ogni operazione eseguita, fa capire la necessità di una metodologia di trading che possa essere archiviata e studiata attentamente in momenti di tranquillità. L’obbiettivo è di scoprire cosa inibisce le proprie azioni: per esempio ciò che si rimanda fino all’ ultimo momento come lo stop-loss. Il procrastinare la decisione dell’immissione dell’ordine di vendita è legata al fatto che il non agire è meno doloroso che l’agire nella fase iniziale. Se però si traggono i giusti feed back da queste esperienze negative e nel futuro invece di porsi questa domanda “come posso evitare questa fastidiosa decisione?” ci si chiederà “Se non agisco ora quanto mi costerà alla fine?” è possibile abbandonare i comportamenti errati. Il dolore derivante dalle perdite pregresse può essere l’alleato più forte in quanto permette di raggiungere una soglia emotiva che darà la spinta per decidere consciamente ed attivamente senza aspettare passivamente l’inevitabile emozione che si crea con il passare del tempo tenendo le posizioni aperte.

In effetti quasi tutti sono consapevoli dei propri errori in Borsa ma il problema è che non si conosce il perché si incorre spesso in questi errori e quindi in realtà non si conosce il modo di evitarli. Il problema è rappresentato dalla scarsa conoscenza che si ha di se stessi e soprattutto delle motivazioni, spesso non coscienti, che spingono ad alcuni atteggiamenti quando si opera in Borsa. Ci sono, ad esempio persone che psicologicamente non possono sbagliare o non possono perdere, che avranno una distorsione della realtà ogni qual volta il riconoscerla comporterà l’ammissione implicita dello sbaglio o della sconfitta. Ad esempio, stabilire uno stop loss ancora prima di acquistare un’azione comporta, in realtà, l’ammissione di potersi sbagliare ed è proprio qui che subentrano le difficoltà psicologiche che impediscono di porre un limite di prezzo per porre un’argine ad un’eventuale perdita. Pur sapendo perfettamente che applicare lo stop loss è la cosa più saggia da fare, specie in periodi di Borsa sfavorevoli, non si riesce proprio a farlo. La “razionalizzazione” in questo caso sarà ad esempio che non si gioca in Borsa per perdere denaro, per giunta preventivandolo e poi che se si crede veramente in quell’azione fino al punto di comprarla perché bisognerebbe contemplare l’ipotesi che va giù invece che su? Per razionalizzazione, in psicologia, si intende un’argomentazione che ha solo l’apparenza della razionalità e viene da noi stessa creata proprio per mettere a tacere il nostro io razionale, che evidentemente obbietta.Il dialogo interno è la conversazione mentale che sosteniamo costantemente con noi stessi durante l’acquisto di un titolo e rappresenta l’idea che ci si è fatti su quello.In pratica a causa delle cose che ognuno racconta a se stesso, percepiamo la situazione contingente di borsa nella maniera in cui siamo soliti farlo e ci comportiamo di conseguenza. Questo ci fa arrivare normalmente a costruire la realtà borsistica intorno a noi con i nostri stessi pensieri scambiandoli con la situazione reale; ci raccontiamo che lo scenario borsistico è in quel modo e restiamo convinti che quella descrizione è la realtà. La differenza fra chi ha un approccio vincente al trading e chi no è data dalla capacità di fermare il dialogo interno come chiave per delle decisioni obbiettive e quindi dal non agire in momenti di stimolo mentale all’acquisto di un titolo. A causa dell’aumentare di stimoli dati dal trading on line e dalla sua facilità operativa ci si trova sempre più spesso a prendere decisioni sbagliate e dunque diventa sempre più indispensabile reinventare il modo di agire in borsa cioè rispondere in maniera nuova alle nuove situazioni per fare trading in maniera più oggettiva e vincente.
Allora sembra chiaro che il fatto di non applicare un stop loss, ritrovandosi così con azioni in portafoglio deprezzate del 20-30% o anche di più, è una razionalizzazione che non solo porta perdite in conto capitale ma preclude anche possibili guadagni futuri lasciando del denaro bloccato in perdita per chissà quanto tempo.
Una volta che si è accumulata una forte perdita su di una azione, coloro che per motivazioni inconsce non possono ammettere di sbagliare o di perdere argomenteranno che se l’azione era valida al momento dell’acquisto lo sarà a maggior ragione adesso che vale molto di meno e quindi decideranno di mantenerla in portafoglio.
La ragione, invece, suggerirebbe, una volta che si è puntato erroneamente su un’azione in downtrend di medio-lungo periodo che non da segnali di ripresa, di non tenere immobilizzato ulteriromente quel denaro su un titolo che chissà se e quando ripartirà, ma di spostarlo su opportunità di investimento certamente migliori che quotidianamente il listino offre.

In realtà non è semplice come sembra combattere i comportamenti irrazionali perché bisogna considerare l’ego presente all’interno di tutti i trader che frena i comportamenti razionali temendo soprattutto che l’azione che si è venduta in forte perdita subito dopo inverta il trend negativo e riparta verso nuovi massimi. In realtà un’eventualità del genere ha probabilità minime di verificarsi e oltretutto questa strategia non è circoscritta alla singola operazione e quindi anche se in un singolo caso dovesse andare male, complessivamente si rivelerà vincente. Inoltre è importante considerare che se si applicano rigorosamente e tempestivamente gli stop loss sarà praticamente impossibile trovarsi in queste situazioni di titoli in portafoglio in forte perdita.
Sembra allora chiaro che la causa di comportamenti autolesionistici è l’ego che non vuole assolutamente ammettere di avere sbagliato, “inventando” ogni sorta di razionalizzazione per non uscirne traumatizzato. In realtà è proprio l’ego interno uno delle cause maggiori di fallimento dei trader perché offusca la realtà e quindi la verità provocando molti più danni dei manipolatori della Borsa che spesso vengono chiamati in causa. L’Ego non sopporta critiche, neanche quelle che provengono dall’interno, ossia dal nostro stesso Io, coadiuvato dall’evidenza dei fatti, ossia dalle nefaste conseguenze di un irrazionale operare borsistico.
Se viene incalzato con delle critiche, l’Ego comincera’ a difendersi con tutti i mezzi disponibili e lo fara’ soprattutto adducendo argomentazioni solo in apparenza razionali.
Quando si cercherà di smontare queste pseudo-argomentazioni, si scateneranno all’interno del trader delle forze (chiamate da Freud Resistenzae) che, creando angoscia e disagio, cercheranno in tutti i modi di impedire di superare l’Ego ipertrofico. E quindi, in sintesi, le resistenze tenteranno d’impedire di fare autocritica.
Le piu’ frequenti razionalizzazioni, in ambito borsistico sono:
– Ormai si è perso tanto non conviene più vendere
– Decido di non guardare piu’ le quotazioni per mettere tutto “in un cassetto” cioè cambiare il profilo temporale dell’investimento, privilegiando il lungo periodo.
– Se vendo quest’azione e ne compro un’altra, chi mi dice che non perda anche con quest’altra? Tanto vale, allora, tenermi quella che ho, anche se non fa altro che perdere.
– Abbandono la gestione dei titoli per un po e al ritorno esaminero’ la situazione per decidere il da farsi, con la speranza che nel frattempo le cose si mettano meglio.
– Queste azioni calano perche’ sono all’opera i manipolatori, motivi per cui non le vendo.
Dunque, la via giusta per superare queste problematiche di natura psicologica è l’individuazione delle razionalizzazioni ovvero delle argomentazioni che hanno solo l’apparenza della razionalità, a cui l’ego ricorre per avere la meglio sulla ragione (Diceva Sigmund Freud “Dove c’è l’ES ci sarò IO” per spiegare che dove c’era l’ego ci dovrà essere il vero io razionale).
Queste argomentazioni che sembrano troppo teoriche in realtà trovano riscontro nei comportamenti di investimento di molti trader dall’ego ipertrofico che lasciano liquidità immobilizzata su azioni che giorno dopo giorno continuano a perdere senza lasciar nemmeno intravedere segnali di ripresa o che non vendono titoli in forte perdita perché fin quando non lo fanno non hanno ancora perduto, ovvero perdono solo se vendono

  • A conclusione di questo breve corso, vorrei sintetizzare le regole comportamentali che hanno aiutato il mio trading a migliorare. Evidentemente, non le ritengo universalmente valide, ma semplicemente un consuntivo della mia esperienza dei mercati finanziari che metto a vostra disposizione:1)Rispetta le regole di trading: la disciplina è una delle armi vincenti del trader.2) Ricorda che l’elemento determinante per il successo in borsa sei tu.3) Impara ad avere la capacità di ammettere i tuoi errori e chiudere in perdita4) Quando sei in dubbio, non operare. Se la situazione del mercato non e’ chiara perche’ ci sono importanti notizie da attendere o perche’ il mercato si muove lateralmente, meglio restare fermi, non entrare o uscire dal mercato in quel momento, e’ inutile rischiare5) Mantieni sempre una buona contabilità delle operazioni effettuate ed analizza attentamente le perdite.6) Pensa in modo autonomo e indipendente evitando di seguire la massa.7)Non considerare troppo le voci (rumors) e non farti condizionare dalle opinioni/consigli degli amici.

    8) Mai innamorarsi di un titolo.

    9) Impara a saper perdere e soprattutto impara dalle perdite.

    10) Non essere mai precipitoso.Non aver fretta di entrare su un titolo, aspetta il momento più opportuno.

    11) Non esaltarti mai per le vincite e non abbatterti troppo per le perdite.

    12) Se cerchi forti emozioni lascia stare la borsa e dedicati al bungy jumping o vai a Las Vegas: almeno lì sai quali sono le tue probabilità di vincere.

    13) Non essere avido: è impossibile guadagnare tanti soldi in poco tempo.

    14) Ricordati che le doti principali dei grandi traders sono disciplina fiducia in se stessi e pazienza.

    15) Domina l’emotività e non essere impaziente: dai alle tue azioni il tempo di crescere.

    16) E’ impossibile comprare ai minimi e vendere ai massimi.Non tormentarti se l’azione appena venduta in guadagno continua a salire.

    17) Non aspettarti che tutte le operazioni che farai saranno profittevoli: quello che conta è l’utile finale raggiunto (guadagni – perdite) e non il numero operazioni positive.

    18) Sfrutta le perdite per aumentare la tua conoscenza della borsa.

    19) Aspettati e accetta con serenità le perdite.

    20) Rimani umile: dimentica in fretta le perdite e ancora più in fretta le vincite.

    21) Ricordati che il futuro non sempre riflette il passato. Le passate performance non danno garanzia di futuri guadagni ma possono essere la migliore indicazione che hai a disposizione.

    22) Non esaltarti troppo per i grandi guadagni che otterrai, rifletti sui rischi che dovrai correre per raggiungerli.

    23) Non pensare mai di aver capito tutto della borsa.

    24) Non sentirti in dovere di investire sempre.

    25) Controlla le tue emozioni; La borsa è una metafora dell’esistenza. Solo i disciplinati vincono.

    26) Ascolta e comprendi prima di agire; Se non hai capito bene farai di sicuro dei disastri.

    27) Resta sempre calmo e non prendere rischi eccessivi.

    28) Impara che.ogni giorno è un campo di battaglia nuovo,in quanto le forze che si combattono (buyers e sellers) modificano continuamente le loro strategie e tattiche.

    29) .Osservare tutto il giorno lo schermo e seguire ogni piccolo movimento del mercato causa una forma ipnotica di confusione mentale.Psicologicamente tendi ad overtrading,ma la corretta soluzione è undertrading.

    30) Metti tutte le operazioni per iscritto. Ti aiuterà a capirle meglio ed a analizzare in modo migliore i tuoi errori.

  • MENTE E DENARO Introduzione alla Psicologia Economica
    di Luigi Ferrari e Dario F. Romano – Raffaello Cortina Editore – 1999L’ARTE DI VINCERE IN BORSA
    Trappole dell’Ego e Atteggiamenti Mentali Vincenti di Giuseppe Migliorino – Borsari – 1999COME GUADAGNARE IN BORSA CON LA PSICOLOGIA
    di Renato Paludetto – Franco Angeli – 1999PSICOLOGIA DELL’INVESTITORE
    Tecniche e Metodologie Operative di Stefano M. Fasullo e Sergio Ciriaco – Editore FAG – 2001www.buoneazioni.com
    www.finanzaonline.com