Draghi vs Conte: 10 miliardi in meno per l’ambiente

Draghi vs Conte: 10 miliardi in meno per l’ambiente

Draghi vs Conte: 10 miliardi in meno per l’ambiente

Enel: ai tassi attuali circa 100 anni per raggiungere gli obiettivi di energia solare per il 2030

Draghi vs Conte: 10 miliardi in meno per l’ambiente

Per l’Unione Europea il fondo Next Generation EU è un’opportunità senza precedenti per trasformare l’economia del continente e assumere il ruolo di leader a livello globale nella riduzione delle emissioni di CO2.

L’arrivo di Draghi, applaudito in Italia, in Europa e nel mondo, aveva fatto ben sperare sulle modalità di gestione da impiegare per indirizzare la pioggia di denaro che sta per arrivare. L’Italia è infatti il più grande destinatario del fondo europeo.

Eppure, il piano presentato dal presidente del Consiglio, sottoposto allo sguardo attento degli ambientalisti, solleva pesanti dubbi e interrogativi su quale potrà essere il contributo ‘green’ del nostro paese.

La rivoluzione promessa dall’ex presidente della BCE, che ha perfino nominato un ‘super’ ministro per la transizione, non sembra trovare riscontro con il piano presentato al parlamento questa settimana.

Il documento (273 pagine) sarà presentato a Bruxelles oggi. L’UE richiede che la fetta più grande degli investimenti in ciascun paese – circa il 37% – sia speso per progetti che renderanno più verde l’economia della regione.  Secondo alcune associazioni ‘green’ e alcuni think thank il piano italiano non soddisfa la soglia. Un rapporto di Greenpeace Italia ha descritto il piano presentato da Draghi come “un Piano non molto verde”.

Secondo quanto si legge nel documento 59 dei miliardi di euro di fondi dell’UE sono inseriti sotto la voce transizione ecologica – circa 10 miliardi in meno rispetto alla bozza preparata dal predecessore Giuseppe Conte. Si tratta poi del 31% dei fondi UE, contro il 37% prescritto.

Draghi afferma però che le politiche ‘green’ sono presenti in molti dei sei capitoli del piano, non solo in quello della “transizione verde”. Ciò permetterebbe di raggiungere l’obiettivo del 37%.

Le critiche degli ambientalisti

Gli ambientalisti sono critici soprattutto per quanto riguarda le misure previste per gli incentivi al trasporto elettrico. Gli obiettori affermano che il piano di Draghi offre poco per la conversione al trasporto elettrico, vitale per le città del nord che sono tra le più inquinate d’Europa.

Il piano prevede infatti uno stanziamento di soli 750 milioni  per le colonnine di ricarica per auto elettriche e 300 milioni per autobus elettrici. La Germania, che riceverà molti meno fondi rispetto all’Italia, prevede di utilizzare oltre 5 miliardi per misure a favore dei veicoli elettrici e ibridi.

“Draghi ha stanziato appena 3,6 miliardi per lo sviluppo delle linee di trasporto pubblico e 24 miliardi per treni ad alta velocità senza valutazione dell’impatto di CO2”. Così afferma Matteo Leonardi, co-fondatore del think-tank italiano per l’energia e il cambiamento climatico ECCO, in un’intervista a Reuters.

ECCO accusa anche il governo di non avere “alcuna strategia per le energie rinnovabili”. Installare 4.200 megawatt extra da fonti di energia rinnovabile significa soddisfare la quota di energia rinnovabile raccomandata dall’UE per un solo anno.

Le critiche delle aziende energetiche

Le aziende energetiche affermano che il vero problema è il processo labirintico per ottenere i permessi per la  solare e l’eolica. Enel (ENEI.MI) stima che ai tassi attuali ci vorrebbero circa 100 anni per raggiungere gli obiettivi di energia solare per il 2030.

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Pietro Di Lorenzo