Vendita allo scoperto: scopriamo come operano le mani forti

vendita allo scoperto

In questo breve intervento sulla vendita allo scoperto, vi presenterò una modalità piuttosto peculiare con la quale cerco di interpretare i diversi flussi di domande e offerte che arrivano sul mercato.

In particolare non parleremo di azioni da comprare, ma piuttosto di intercettare quali sono i movimenti degli investitori istituzionali nonché diciamo detti in maniera più gergale le mani forti: quindi andiamo di fatti a rielaborare delle informazioni pubbliche disponibili, in maniera più evoluta al fine di avere una capacità di analisi migliore rispetto alla media.

In questo caso stiamo parlando del movimento degli investitori istituzionali dato che da tecnici tutti noi sappiamo che i trend di fatto vengono innescati da coloro i quali hanno diciamo o maggior capitali o maggior capacità di analizzare e interpretare le informazioni o addirittura hanno le informazioni prima che diventino di pubblico dominio quindi il trend è di fatto innescato da coloro i quali diciamo hanno una maggior capacità di interpretare i pezzi e quindi tipicamente sono investitori più capitalizzati.

Quanto successo nel post lehman brothers di fatto come tutti noi sappiamo ha spinto il regolatore a normare in maniera più meticolosa le vendite allo scoperto.

Con vendita allo scoperto si fa riferimento a quando si vende senza possedere il sottostante e di fatto quindi si scommette sulla discesa dello strumento finanziario selezionato.

In realtà questa sembra una modalità recente ma bisogna andare indietro di quasi 400 anni in quanto la prima operazione di vendita allo scoperto addirittura risale alla compagnia delle indie.

Più recentemente sono state elencate una serie di obblighi fra le quali l’obbligo di comunicare al pubblico qualora si detengono posizioni nette superiori allo 0,5 del capitale quindi qualora un investitore punti sul ribasso di uno strumento finanziario italiano in particolare di una azione italiana e valichi la quota dello 0 5 per cento è obbligato a comunicare questa fattispecie alla consob.

Quindi ogni giorno sul sito della consob intorno alle 15 e 40 viene pubblicato un file nel quale ci sono queste comunicazioni di posizioni rilevanti quindi c’è un aggiornamento quotidiana alle 15 e 40 che naturalmente relativo alle posizioni nette corte alla chiusura del giorno precedente.

Quello che si fa utilizzando questo file è avere una mera elencazione delle posizioni nette corte aperte sul singolo titolo e quindi sulla vendita allo scoperto dei vari player.

Quindi per esempio si scoprirà che Intermonte possiede lo 0,7% del capitale venduto allo scoperto di Amplifon ad esempio: informazione di per sé è tanto all’apparenza interessante quanto inutile perché se ci pensate che l’investitore X detiene l’1% del capitale allo scoperto sul titolo è di per se un’informazione che se non è in qualche modo messo in relazione con una informazione precedente può dare poche indicazioni.

Se invece l’investitore magari il giorno prima aveva shortato il 2% e oggi è all’1% short vuol dire che nella giornata di ieri ha ricoperto le posizioni short e quindi ha acquistato per liquidare parte delle posizioni short in quanto evidentemente la sua visione ribassista è mutata; viceversa se oggi scopriamo che l’investitore X ha l’1% del capitale venduto allo scoperto e ieri aveva zero di fatto sta effettuando esattamente l’operazione contraria cioè sta puntando decisamente sul la discesa del titolo e quindi sta iniziando a costruire posizioni di vendite allo scoperto.

Il vantaggio è rappresentato dal fatto di capire gli investitori istituzionali ovvero le cosiddette mani forti (che sappiamo che statisticamente hanno successo sui mercati finanziari a differenza dei trader retail che per il 90 per cento non raggiungono risultati interessanti) come investono e possiamo seguirne il comportamento e al fine di replicarne il comportamento dovremo metterci sulla stessa scia.

Per cominciare a vendere allo scoperto come gli investitori istituzionali però bisogna rispondere a queste 5 domande:

1 la posizione che mi hai segnalato sta diminuendo rispetto al passato o sta crescendo? Naturalmente le due implicazioni sono totalmente opposte se uno short sta crescendo è evidente che questo investitore sta puntando con maggior convinzione su un ribasso viceversa uno short in contrazione vuol dire la ricopertura vuol dire quindi che di fatto sta chiudendo la posizione ribassista?

2 il titolo in oggetto è nel mirino di un solo investitore istituzionale o tanti stanno dirigendosi nell’analoga direzione ovvero tanti stanno magari contemporaneamente vendendo allo scoperto lo stesso titolo?

3 quali sono i titoli italiani più venduti allo scoperto cioè quali sono nel mirino degli investitori istituzionali?

4 l’investitore Y quando ha aperto posizioni short rilevanti nel passato è riuscito a guadagnare?

5 quali sono i titoli su cui negli ultimi giorni/settimane/mesi si stanno concentrando le vendite rilevanti?

Per rispondere a tutte queste domande ho creato Big Short Hunter che ha l’obiettivo di individuare ciò che gli investitori istituzionali hanno intenzione di fare con un’idea fondamentale: mai mettersi contro vento!

Che cosa intendo per “contro vento”? Se scopro che c’è un titolo che negli ultimi giorni o settimane è al centro delle vendite allo scoperto (che quindi stanno crescendo in maniera molto rilevante) ed il titolo non è mai stato così shortato nella storia, io non mi metterei a comprare un titolo sul quale si stanno costruendo in maniera abbastanza evidente delle grosse posizioni short da parte degli investitori istituzionali.

Dato che gli investitori istituzionali quasi sempre fanno profitti non avrebbe molto senso mettersi dalla parte contraria rispetto a chi statisticamente opera in maniera più proficua rispetto all’investitore retail, ma addirittura potremmo anche effettuare un processo imitativo magari coadiuvato anche con altri strumenti.

 

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Pietro Di Lorenzo