Anonymous e il silenzio assordante dei leader occidentali

Anonymous e il silenzio assordante dei leader occidentali

Anonymous e il silenzio assordante dei leader occidentali

Oggi le sue azioni ci fanno comodo, perché rivolte al “nemico comune”. Ma un domani?

Anonymous e il silenzio assordante dei leader occidentali

Con lo scoppiare della guerra tra Ucraina e Russia abbiamo assistito a molte novità, tutte concernenti il ruolo di internet nel conflitto. Molti si sono spinti fino a definire lo scontro armato come la “prima guerra social”. Ed effettivamente, i social hanno da subito iniziato a giocare un ruolo strategico. Da un lato abbiamo gli appelli diretti alla nazione e ai vicini del presidente ucraino Zelensky, dall’altro l’enorme quantità di materiale condiviso dagli ucraini in lotta.

Il coinvolgimento di internet, però, non si ferma ai social.

Solo pochi giorni fa la Russia ha annunciato che a partire dall’11 marzo tutte le trasmissioni, le connessioni saranno trasferite ai server nazionali e la gestione dei domini interni su una rete parallela, la intranet nazionale ‘Rucom’. In altre parole Mosca si prepara a uscire, letteralmente, dalla rete Internet, completando l’isolamento dalle comunicazioni globali.

Ancora, abbiamo seguito tutti, chi con interesse, chi distrattamente, le azioni intraprese da Anonymous. Il gruppo decentralizzato di hacktivismo, come lo definisce Wikipedia, è riuscito a entrare nelle tv, nei telefoni, nelle webcam russe, finanche negli archivi dei Servizi Segreti.

Sebbene tutti abbiano riportato la notizia, pochi hanno sollevato un tema scottante.

Di fatto Anonymous è un gruppo cyber-terrorista. Oggi le sue azioni ci fanno comodo, perché rivolte al “nemico comune”. Ma un domani?

Come è possibile che i leader del mondo occidentale tacciano su una così grave violazione della sicurezza online e della privacy, che pure è un diritto fondamentale nella nostra Costituzione. Non solo, la privacy è un diritto umano fondamentale riconosciuto nella Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel Patto internazionale sui diritti civili e politici e in molti altri trattati internazionali e regionali.

Il vero pericolo

Potrebbe sembrare anacronistico parlare di un internet sovrano, eppure forse mai niente è stato così attuale. Specie se si decide di lasciare carta bianca a gruppi autorganizzati di hacker. Insomma, o cominciamo a pensare presto a come tutelare, realmente, la sicurezza online, la privacy degli utenti e dei loro dati, oppure rischiamo, al prossimo giro di boa, di essere noi i destinatari di un attacco hacker coordinato.

Il tema della privacy è un tema molto caldo e molti analisti sono convinti che presto le aziende dirotteranno molti dei loro investimenti nel settore.

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Pietro Di Lorenzo