Clima: attivisti pronti a intentare cause legali

Clima: attivisti

Clima: attivisti pronti a intentare cause legali

Ecco chi rientra nei prossimi target

Clima: attivisti pronti a intentare cause legali

I leader dei 197 paesi che partecipano al vertice sul clima COP26 sono impegnati a negoziare misure che consentano di mantenere vivo l’importantissimo obiettivo globale di 1,5 gradi Celsius.

Mentre non è sicuro se i colloqui saranno in grado di soddisfare le richieste dell’emergenza climatica, importanti sviluppi sul fronte dell’attivismo climatico segnalano una forte inversione di tendenza – almeno in campo legale.

Royal Dutch Shell

Roger Cox, avvocato di Milieudefensie, ha guidato il gruppo ambientalista alla storica vittoria in tribunale contro il gigante petrolifero Royal Dutch Shell.

Il tribunale distrettuale dell’Aia – il 26 maggio – ha ordinato al colosso petrolifero anglo-olandese di ridurre le emissioni globali di carbonio del 45% entro la fine del 2030, rispetto ai livelli del 2019. Aggiungendo anche che Shell è responsabile sia delle proprie emissioni di carbonio che di quelle dei suoi fornitori, note come emissioni di Scope 3.

Con la sentenza, per la prima volta nella storia, un’azienda è stata legalmente obbligata ad allineare le sue politiche con l’accordo di Parigi. Insomma, un vero e proprio spartiacque nella storica battaglia per il clima. Tanto che ora in molti si chiedono quali saranno i prossimi target delle associazioni ambientaliste.

I prossimi target

A detta di Cox, le istituzioni finanziarie e i singoli membri dei consigli di amministrazione potrebbero essere i prossimi obiettivi dei casi di contenzioso sul clima.

“Abbiamo dimostrato che si può intentare una causa con successo contro società di combustibili fossili e penso che il prossimo passo sia iniziare a intentare causa anche contro le istituzioni finanziarie che rendono possibili queste emissioni e progetti di combustibili fossili” afferma Cox in un’intervista alla CNBC.

“Penso anche che i membri dei consigli di queste grandi istituzioni private che continuano a frustrare volontariamente il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi potrebbero persino diventare responsabili in modo diretto negli anni a venire”.

Un rapporto di una coalizione di ONG, pubblicato a marzo, ha scoperto che 60 tra le banche più grandi del mondo hanno concesso 3,8 trilioni di dollari in finanziamenti alle società di combustibili fossili da quando è stato firmato l’accordo di Parigi nel 2015.

Vorresti avere una visione più chiara di come la lotta al cambiamento climatico potrebbe interferire con le decisioni e la performance di grande istituzioni finanziarie?

Potresti confrontarti con un esperto, richiedendo una choacing a questo indirizzo https://www.sostrader.it/prodotto/coaching-fisico/

 

 

ABOUT THE AUTHOR

Pietro Di Lorenzo