Covid 19: si acuiscono le conseguenze sul mondo del lavoro

Covid 19: si acuiscono le conseguenze sul mondo del lavoro

Covid 19: si acuiscono le conseguenze sul mondo del lavoro

C’è una carenza globale di manodopera

Covid 19: si acuiscono le conseguenze sul mondo del lavoro

Tra le conseguenze della pandemia da Covid 19 non ci sono solo l’affaticamento dei sistemi sanitari globali, il caos economico e le interruzioni alla catena di approvvigionamento. Aziende in tutto il mondo devono fare adesso i conti con la carenza di manodopera.

Con le riaperture e le economie in ripresa, i cambiamenti che hanno avuto luogo nel mercato del lavoro si fanno più evidenti.

Uno dei fattori-causa della carenza di mano d’opera è l’invecchiamento della popolazione che, insieme al pensionamento. Il ricambio non è facilitato, poi, dalle politiche sull’immigrazione ed è reso più complesso da richieste per retribuzioni migliori e accordi di lavoro flessibili.

Il fenomeno contribuisce ad esacerbare le interruzioni della catena di approvvigionamento in tutto il mondo. Ne deriva che molte aziende, sotto pressione a causa della carenza di materie prime e lavoratori, stanno facendo fatica a riprendere slancio.

Ciò interrompe le reti di produzione e fornitura sia locali che globali, ostacolando la crescita economica e causando carenze di prodotti e servizi per i consumatori.

Alcuni esperti economisti stanno valutando il potenziale impatto che la carenza di lavoratori potrebbe avere sulle economie nella zona euro, sottolineando che, mentre la pandemia ha accentuato e sottolineato la carenza di manodopera, le radici di questi problemi risalgono a prima.

L’opinione degli esperti

“La mancanza di lavoratori qualificati non è solo un altro sintomo dell’economia post-lockdown, ma anche il risultato di sviluppi più fondamentali negli Stati Uniti, nella zona euro e nel Regno Unito”, gli economisti di ING Carsten Brzeski, James Knightley, Bert Colijn e James Smith hanno scritto martedì 19 in una nota.

In Europa, preoccupazioni sulla carenza dei lavoratori hanno cominciato a crescere solo da poco. Negli Stati Uniti, invece, il fenomeno desta interesse già da qualche mese.

Un sondaggio del Pew Research Center ha rilevato che il 66% dei disoccupati aveva “considerato seriamente” di cambiare il proprio campo di lavoro, una percentuale di gran lunga maggiore rispetto alla Grande Recessione.

Molti lavoratori sono alla ricerca di condizioni di lavoro più remunerative e stabili. La pandemia ha infatti avuto un drammatico effetto psicologico sui lavoratori, che si trovano adesso a rivalutare cosa vogliono fare e come vogliono lavorare, se in un ufficio, a casa o in una combinazione ibrida.

Brzeski, Knightley e Colijn descrivono questo fenomeno come ‘attrito in riallocazione’ per cui, assecondando l’idea diffusa che i lavori stanno cambiando, i lavoratori impiegano più tempo per capire quali nuovi lavori desiderano o di quali competenze hanno bisogno per ruoli diversi.

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Pietro Di Lorenzo