Lavorare in banca conviene? Non sottovalutare questa tendenza

Lavorare in banca conviene

Lavorare in banca conviene? Non sottovalutare questa tendenza

Ecco qual è il fenomeno che minaccia molti posti in banca

Lavorare in banca conviene? Non sottovalutare questa tendenza

In molti sognano il posto in banca, radicato da tempo nell’immaginario comune come simbolo di stabilità e sicurezza finanziaria.

Eppure, solo pochi giorni fa il Fnancial Times dipingeva un macabro quadro sul futuro del capitale umano nel settore bancario.

Secondo quanto riportato dalla testata, infatti, le banche statunitensi sarebbero pronte a tagliare fino a 200.000 posti di lavoro, prevalentemente nelle filiali. Il motivo? Si farebbe sempre più forte l’esigenza di adattarsi alle tendenze emerse in pandemia, prima tra tutte la crescente digitalizzazione.

La competizione con le società fintech non è da prendere sotto gamba e adesso anche i grandi istituti bancari hanno capito che è di vitale importanza essere attenti alle esigenze degli utenti più giovani, fortemente orientati a soluzioni digitali.

Si farebbe tra l’altro male a pensare che la tendenza sia circoscritta al territorio americano. Anche l’Italia, seppur ancora arretrata dal punto di vista della digitalizzazione dei servizi, sta iniziando a cambiare velocemente.

Il Sole24Ore, dati alla mano, getta luce su quello che potrebbe essere il futuro del settore bancario italiano, almeno dal punto di vista del personale. Secondo quanto si legge, le filiali attive sul territorio italiano, a inizio 2021, erano in calo del -28% rispetto al picco pre crisi 2008 a 34.139. In calo anche il numero di dipendenti. In soli dieci anni, dal 2008 al 2018, il numero di personale assunto in filiale ha subito un calo del 26%

Quale futuro per il settore bancario?

In molti sono convinti che la tecnologia finirà con l’automatizzare tutte le operazioni ordinarie. Non ci sarà più bisogno, in altre parole, di sportellisti. Le figure professionali ricercate avranno profili sempre più orientati alla consulenza, specialmente quella legata ad operazioni su prodotti più complessi.

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Pietro Di Lorenzo