Importazioni alimentari: l’allarme della FAO

Importazioni alimentari: l’allarme della FAO

Importazioni alimentari: l’allarme della FAO

I costi saliranno del 12%, raggiungendo livelli record

Importazioni alimentari: l’allarme della FAO

L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite ha affermato che, nel 2021, i costi delle importazioni alimentari globali aumenteranno del 12%. Solo nel marzo di quest’anno, i costi hanno superato i livelli dei precedenti picchi dei prezzi alimentari nel 2006-2008 e nel 2010-2012. Più di recente, il cibo in tutto il mondo era più caro del 27% rispetto alla media 2014-2016, sulla quale viene calcolata la linea di base del FAO Food Index. La cifra di maggio è quella più alta in quasi dieci anni. Un record causato dall’aumento dei prezzi delle materie prime.

A guidare l’aumento dell’indice sono infatti i prezzi dell’olio di palma, dei cereali hanno e il clima secco. Ma anche le interruzioni alla produzione a causa del COVID-19, insieme all’elevata domanda globale, che hanno portato all’esaurimento delle scorte.

Per le importazioni alimentari, compresi i costi di spedizione, la ‘fattura’ globale attesa è di 1,715 trilioni di dollari. Questo almeno quanto si legge nel Food Outlook della FAO.

Come riporta Reuters: “la crescita del commercio agricolo durante la pandemia ha mostrato la natura anelastica del consumo alimentare e la resilienza dei mercati internazionali, ma gli aumenti dei prezzi sono un rischio per i paesi più poveri dipendenti dalle importazioni”.

A incidere notevolmente sono le importazioni cinesi. Ad esempio, si prevede che le importazioni cinesi di mais nella prossima stagione 2021/22 saliranno a 24 milioni di tonnellate.

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Pietro Di Lorenzo