Iran vieta il mining di Bitcoin
Iran vieta il mining di Bitcoin
Troppi blackout nel paese
Iran vieta il mining di Bitcoin
È ormai sempre più diffusa la consapevolezza sull’impatto ambientale del mining di Bitcoin. Proprio ieri il governo iraniano, a seguito di diffusi e sparsi blackout, ha deciso di vietare l’estrazione di bitcoin e di altre critpovalute. Il divieto sarà in vigore fino al 22 settembre.
I funzionari sono convinti che la temporanea assenza di elettricità in diverse città del paese sia stata causata dal processo ad alta intensità energetica.
Le difficoltà sono state così numerose e ripetute che molte strutture mediche hanno faticato a gestire le celle frigorifere per i vaccini Covid-19.
Senza contare che, a quanto dichiarato dai funzionari di stato, la maggior parte del consumo di energia derivante dall’estrazione di bitcoin proviene da minatori illegali o da coloro che operano senza licenze. A prova di ciò il fatto che, a gennaio, la polizia ha confiscato quasi 50.000 estrattori che utilizzavano illegalmente elettricità sovvenzionata.
Iran è tra i primi 10 estrattori
Secondo quanto riportano gli analisti, circa il 4,5% di tutto il mining a livello globale è avvenuto in Iran tra gennaio e aprile di quest’anno. Ciò colloca il paese tra i primi 10 estrattori al mondo. Al primo posto la Cina, con quasi il 70%.
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