C’è una carenza globale di chip

C’è una carenza globale di chip  … e il problema si fa serio C’è una carenza globale di chip

C’è una carenza globale di chip

… e il problema si fa serio

C’è una carenza globale di chip

I chip semiconduttori sono essenziali al funzionamento dei computer e delle automobili e, da qualche tempo a questa parte, vengono utilizzati anche in dispositivi elettrici come spazzolini da denti, tostapane smart o asciugatrici. Insomma, molti dei prodotti che utilizziamo quotidianamente funzionano grazie ai chip. Ne deriva che, causa una crescente domanda, l’offerta non è in grado di soddisfare le esigenze di mercato. E le case automobilistiche non sono più le uniche a soffrirne.

Samsung ha dichiarato la scorsa settimana che la carenza di chip sta impattando negativamente sulla produzione di televisione e elettrodomestici, mentre LG ha ammesso che la carenza è un rischio per tutti i produttori, nessuno esente.

Il settore automobilistico, che fa affidamento sui chip per tutto, dalla gestione informatica dei motori ai sistemi di assistenza alla guida, resta però il più colpito. Aziende come Ford, Volkswagen e Jaguar Land Rover hanno chiuso fabbriche, licenziato lavoratori e ridotto la produzione di veicoli. Stellantis, la quarta casa automobilistica al mondo, ha dichiarato mercoledì che la carenza di chip è peggiorata nell’ultimo trimestre.

Sovranità tecnologica e indipendenza produttiva

Molti paesi sono adesso costretti a pensare a come aumentare la produzione propria di semiconduttori. Infatti, la stragrande maggioranza dei chip è prodotta in Cina. Gli Stati Uniti sono il secondo produttore più grande.

La Commissione europea ha affermato di voler sviluppare ulteriormente la propria, autonoma, capacità di produzione chip. Il piano fa parte di un più grande sforzo a diventare più indipendenti sul piano tecnologico. Attualmente, l’Europa produce meno del 10% dei chip disponibili a livello globale. Sebbene il dato sia in leggero aumento, rispetto al 6% di cinque anni fa, l’UE pianifica di aumentare al 20% la propria capacità. Sul tavolo un investimento da 20-30 miliardi di euro.

Intel ha offerto, in cambio di 8 miliardi di euro in sussidi pubblici, di costruire una fabbrica di semiconduttori in Europa. Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha incontrato venerdì scorso a Bruxelles due commissari dell’UE, tra cui Thierry Breton, dopo aver incontrato i ministri tedeschi il giorno prima. Secondo quanto riporta CNBC, queste sarebbero state le sue primi dichiarazioni a Politico Europe: “quello che chiediamo ai governi degli Stati Uniti e dell’Europa è di rendere competitivo per noi investire qui rispetto all’Asia”.

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Pietro Di Lorenzo