Carne fatta in laboratorio, la mangeresti?

Carne fatta in laboratorio, la mangeresti?

Carne fatta in laboratorio, la mangeresti?

Un’azienda a Singapore ha ottenuto l’approvazione a vendere la carne di pollo coltivata in laboratorio

Carne fatta in laboratorio, la mangeresti?

Un’azienda a Singapore ha ottenuto l’approvazione a vendere la carne di pollo coltivata in laboratorio per il consumo umano. Stiamo parlando di Eat Just, fondata da Josh Tetrick nel 2011, con un capitale originario di appena $ 3.000.

L’idea sulla quale poggia l’azienda è abbastanza semplice: eliminare l’animale, l’animale vivo, dall’equazione del sistema alimentare.  L’obiettivo è quello di risolvere quello che per Tetrick è uno dei più grandi problemi al mondo: la sostenibilità alimentare.

I primi passi di Eat Just

Se ancora non c’è risposta alla domanda più antica del mondo, “viene prima l’uovo o la gallina”, possiamo dire con certezza che la sperimentazione di Tetrick abbia scelto come primo oggetto di sperimentazione proprio l’uovo.

Il primo prodotto di Eat Just è infatti “Just Egg”, un uovo prodotto in laboratorio usando un legume ricco di proteine, il fagiolo verde.

Dall’uovo alla gallina, o meglio, al pollo

Il vero obiettivo dell’azienda è da sempre però la produzione di pollo e manzo. Ma non dalle piante. Per dirla con le stesse parole del ceo Tetrick: “vero pollo e vera carne di manzo che non richiede l’uccisione di un animale, che non richiede l’uso di una sola goccia di antibiotici. E questo è in linea di massima un processo chiamato agricoltura cellulare”.

Come creare carne coltivata

Il processo di creazione della carne coltivata inizia con una cellula. In questo caso, con una cellula di un pollo. Bisognerà prelevarla da un esemplare vivo attraverso una biopsia. La cellula viene quindi alimentata con sostanze nutritive come quelle che si trovano nella soia e nel mais prima di essere lasciata maturare. Il processo dura circa 14 giorni e il prodotto finale è carne macinata cruda. Creare il prodotto a base di carne di coltura cellulare è stata la parte facile, secondo Tetrick. La parte più difficile è stata ottenere le approvazioni normative, che hanno richiesto due anni.

L’ascesa delle start-up alimentari

L’industria alimentare tradizionale, basata su sistemi di allevamento intensivo, in generale è responsabile del 10% -12% delle emissioni di gas serra, uno dei principali fattori che contribuiscono al cambiamento climatico. Motivo per cui, specie nei gruppi di consumatori più sensibili alla tematica, cresce l’appetito per alternative sostenibili, come carne coltivata o di origine vegetale.

Un rapporto ha stimato che il mercato alternativo della carne potrebbe valere 140 miliardi di dollari – o il 10% dell’industria globale della carne – entro un decennio.

Beyond Meat e Impossible Foods sono tra i nomi più noti.

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Pietro Di Lorenzo