Materie prime, Huawei sceglie l’allevamento di suini

Materie prime, Huawei sceglie l’allevamento di suini

Materie prime, Huawei sceglie l’allevamento di suini

Le innovazioni tecnologiche in questo settore potrebbero non solo rendere più produttiva la filiera alimentare, ma contribuire a prodotti più genuini e alla salute stessa degli animali e delle persone

Materie prime, Huawei sceglie l’allevamento di suini

Le sanzioni statunitensi hanno colpito duramente la Huawei che, tuttavia, sembra proprio non arrendersi. Infatti, quando l’amministrazione Trump ha impedito al gigante cinese delle telecomunicazioni di accedere e acquistare alcuni materiali vitali alla produzione di smartphone, la società ha deciso di rivolgersi ad altri settori.

Infatti, a causa delle sanzioni, le vendite sono crollate del 42% nell’ultimo trimestre del 2020, motivo per cui era diventato necessario cercare altre opportunità di investimento e vendita.

Nella ricerca di altre fonti d’entrata, la Huawei ha optato per il settore dell’allevamento di suini. Se questa decisione vi suona strana, allora dovete continuare a leggere il resto.

Perché Huawei sceglie l’allevamento di suini

La Cina ha la più grande industria di allevamento di suini al mondo e ospita la metà dei maiali vivi esistenti.

La tecnologia è fondamentale per la modernizzazione degli allevamenti di suini. Infatti, e questo dato è di grande importanza, l’introduzione dell’IA sarebbe in gradi di rilevare malattie e rintracciare i suini infetti, prevenendo la possibilità che scoppi una nuova pandemia. Altri strumenti sarebbero poi in grado di monitorare peso, dieta ed esercizio di ogni esemplare.

Huawei non è la sola a muoversi in questa direzione. Anche JD.com e Alibaba stanno già lavorando con gli allevatori di suini in Cina.

Non solo maiali …

All’inizio di questo mese, il fondatore e amministratore delegato di Huawei Ren Zhengfei ha annunciato il lancio di un laboratorio di innovazione mineraria nella provincia dello Shanxi, nel nord della Cina.

Il ceo vuole sviluppare una tecnologia per le miniere di carbone che porti a “meno lavoratori, maggiore sicurezza e maggiore efficienza” e che consenta ai minatori di carbone di “indossare abiti e cravatte” al lavoro.

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Pietro Di Lorenzo