Atlantia dice no a Cdp

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Il Cda ha giudicato l’offerta per l’88% di Aspi insufficiente

Atlantia dice no a Cdp

Sono passati esattamente due mesi dalla prima offerta, che pure il CdA di Atlantia aveva rifiutato e, ancora una volta, la risposta all’offerta per la cessione di Autostrade è no.

Il Cda ha giudicato l’offerta per l’88% di Aspi insufficiente. Eppure la proposta di Cdp, Macquarie e Blackstone è stata rivista al ribasso proprio alla luce di quanto è emerso –e potrà emergere –nel corso del processo per il crollo del ponte Morandi. La revisione è infatti collegata al rischio di richiesta di risarcimento per il crollo del ponte.

È il Messaggero a rivelare che la cifra sul tavolo delle negoziazioni sarebbe inferiore di 400 milioni rispetto al range precedente (8,5-9,5 miliardi). Per la Stampa l’offerta sarebbe ancora più bassa, pari a 7,5 miliardi di euro.

I recenti sviluppi hanno visto anche il formalizzarsi del nuovo schema di controllo per Aspi. Si prevede infatti che la rilevazione di autostrade avvenga ad opera di un consorzio tramite una BidCo partecipata da Cdp equity (fino al 51%), Blackstone e Macquarie, che divideranno le quote della parte residua in parti uguali.

L’offerta precedente vedeva Cdp prendere il 40%, con il restante 60% da dividersi equamente tra gli altri partner.

Quanto ancora bisognerà attendere per la risoluzione delle negoziazioni?

Ci si aspetta che Cdp ed i partner esteri emettano un’offerta vincolante al termine della due diligence, e quindi a fine gennaio. Questo se ovviamente non ci saranno intoppi.

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Pietro Di Lorenzo