“Basta denaro a pioggia”, ecco cosa pensa Draghi della crisi

“Basta denaro a pioggia”, ecco cosa pensa Draghi della crisi

“Basta denaro a pioggia”, ecco cosa pensa Draghi della crisi

“Tutti vogliamo banche che continuino a sostenere l’economia e il settore privato ma, se il loro capitale viene assorbito dai crediti deteriorati, quel sostegno mancherà”

“Basta denaro a pioggia”, ecco cosa pensa Draghi della crisi

Mario Draghi si esprime in pubblico piuttosto di rado. Il motivo è semplice: l’ex presidente della BCE non vuole dare l’impressione di voler interferire con le scelte del governo italiano o dell’attuale presidenza alla Banca Centrale.

Preoccupazioni fondate, considerato che le poche volte in cui quest’anno ha offerto il suo parere, molti hanno indugiato in speculazioni sui suoi interessi in Italia.

A marzo di quest’anno aveva espresso la sua visione in un’intervista al Financial Times, e di nuovo aveva preso posizione al Meeting di Rimini in agosto.

In questi giorni, in qualità di co-presidente del G30, un gruppo di grandi personalità internazionali, presenta un rapporto sul futuro delle imprese.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Mario Draghi si è chiesto perché non si assiste ad insolvenze, nonostante la crisi profonda. La risposta è semplice: “i sussidi pubblici e il credito garantito  stanno coprendo una realtà che è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare”.

Il gruppo dei Trenta si fa portatore di quello che Draghi stesso definisce un “cauto realismo”.

Per spiegarla con le parole dell’ex presidente, “offrire sempre nuovo credito a un’azienda non redditizia non la rimetterà in piedi. Ci sarà un aumento dei crediti deteriorati in tutto il sistema bancario.  Tutti vogliamo banche che continuino a sostenere l’economia e il settore privato ma, se il loro capitale viene assorbito dai crediti deteriorati, quel sostegno mancherà”.

Sul fronte dei governi nazionali, esiste una sola strada per un debito sostenibile

“In base a tutte le previsioni, i tassi d’interesse resteranno bassi per molto tempo. La mia congettura è che la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation EU. Se saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita. Se invece i tassi di rendimento dei progetti fossero elevati e tali da giustificare l’investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito”.

Quasi in un monito all’Italia, il presidente afferma: è importante che i Paesi con un debito elevato facciano una valutazione molto attenta del tasso di rendimento dei progetti che finanzieranno.

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Pietro Di Lorenzo