Eni, come sarà il cane a sei zampe tra 10 anni?

Eni, come sarà il cane a sei zampe tra 10 anni?

Eni, come sarà il cane a sei zampe tra 10 anni?

Transizione energetica e low carbon future sono le parole chiave del gruppo. A dirlo, in un intervista al Corriere, è Massimo Mondazzi, direttore generale della divisione “Energy evolution” di Eni.

Eni, come sarà il cane a sei zampe tra 10 anni?

La svolta green di Eni apre molti punti interrogativi. Come sarà il cane a sei zampe tra 10 anni? Che ruolo avranno petrolio, gas ed energie rinnovabili? Il piano al 2050 (ridurre l’impronta carbonica  dell’80%) è suddiviso in milestone intermedie. Per quanto riguarda le fonti di energia elettrica rinnovabile, Eni ha un target ambizioso da raggiungere nel 2030: 15 gigawatt (oggi si arriva a 350 megawatt). Il gruppo è anche il secondo al mondo a produrre oli vegetali idrogenati, che potrebbero rivelarsi obbligatori per le miscele di carburanti aerei già dall’anno prossimo.

Quale sarà il destino di benzina e gasolio? Il futuro sembra tracciato: la produzione sarà decrescente in modo progressivo. Come sarà sostituita? Inizialmente con energia elettrica e carburanti sostenibili. Eni vuole essere l’operatore primario per l’elettrica, con colonnine in case, parcheggi, autogrill. Per il trasporto pesante, come accennato sopra, Eni è già un’avanguardia nella produzione di oli vegetali idrogenati. Ma si lavora anche su idrogeno blu e verde. Sembra infatti che,  dopo decenni di false partenze, la tecnologia dell’idrogeno sia pronta a decollare, grazie a costi di produzione in calo, miglioramenti tecnologici e una spinta globale verso la sostenibilità. Il potenziale di mercato del settore può raggiungere anche gli $ 11 trilioni entro il 2050.

Per ricevere GRATUITAMENTE sulla propria Email gli articoli di notizie sul mondo della Finanza iscriviti alla nostra Newsletter Free

ABOUT THE AUTHOR

Pietro Di Lorenzo