Petrolio: cala il prezzo al barile ma non ai distributori

Petrolio: cala il prezzo al barile ma non ai distributori

Come è possibile?

Petrolio: cala il prezzo al barile ma non ai distributori

La recente guerra sui prezzi del petrolio che vede protagoniste Russia e Arabia Saudita ha comportato un drastico calo delle quotazioni del barile di petrolio. Se pensiamo al prezzo di un barile oggi (che scende anche sotto la soglia dei 30$) e lo confrontiamo con il prezzo di una decina di anni fa, quando si poteva comprare dai 100$ in su, comprendiamo facilmente che la caduta è stata a dir poco ripida. Poco più di una decina di giorni fa il petrolio era quotato a 23,67 dollari al barile, equivalenti a 22,07 euro: una contrazione pari al 64%.

Molti si aspetterebbero che al calo sul prezzo per barile corrisponda anche un calo dei prezzi dei carburanti alla pompa. In effetti è così, ma in misura molto contenuta. Il prezzo ha subito un calo evidente in tutte le regioni, ma siamo molto lontani dalle variazioni di prezzo registrate sulla materia prima in questo periodo.

È da diverse settimane che il prezzo del petrolio è ai suoi minimi storici, possibile che non abbia  un impatto piuttosto evidente anche sul costo dei carburanti?

Nella realtà le cose sono un po’ più complesse di così. Per una serie di ragioni.

Come ha giustamente evidenziato Altroconsumo, molti sono i fattori che hanno impedito ai prezzi dei distributori di scendere sotto la soglia del 10%. Ed infatti bisogna precisare che sul prezzo finale incide pesantemente la componente fiscale che, soprattutto per quanto riguarda l’accisa, è fissa.

Una considerazione piuttosto amara è che sulla base delle ultime rilevazioni di Altroconsumo, il prezzo industriale in vigore in Italia è il terzo più alto in tutta Europa, superato solo da Malta e Finlandia.

Petrolio: cala il prezzo al barile ma non ai distributori

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