Raider Tax , 10 motivi per cui potrebbe essere poco efficace

Raider tax

Raider Tax , 10 motivi per cui potrebbe essere poco efficace

Mario Turco , senatore del M5S, componente della commissione Finanze di Palazzo Madama è il primo firmatario di un disegno di legge sulla «raider tax».

L’idea è sostituire la Tobin tax con una tassa che dovrebbe portare a entrate stabili per 2-3 miliardi a regime.

In sostanza si intende prevedere un’imposta che cresca in funzione degli importi negoziati e che sia progressiva al decrescere del tempo di negoziazione. In pratica, più è vicino il tempo della vendita più è elevata l’aliquota della tassazione

Di seguito alcuni spunti di riflessione sugli eventuali impatti di questa norma

1) Diminuirebbe la liquidità del mercato italiano e dunque l’EFFICENZA, in quanto gli operatori  si sposterebbero rapidamente verso mercati non gravati dall’imposta! In finanza il movente è il profitto: se mancano le condizioni per farlo inevitabilmente l’attività si ferma/sposta altrove

2) Non essendoci una armonizzazione dell’imposta a livello europeo/mondiale i flussi si potrebbero spostare rapidamente verso mercati Free Raider Tax. Di certo non si può impedire a un residente in Italia di negoziare strumenti finanziari quotati su mercati esteri

3) Una eventuale migrazione su mercati esteri farebbe diminuire   gli investimenti nel capitale di rischio delle aziende italiane quotate (non aquistando azioni italia ), rendendole meno capitalizzate ergo meno competitive e appetibili

4) Diminuendo le transazioni la base imponibile diminuirebbe. E’ come dire che per mettere in pari il bilancio della compagnia di trasporto pubblico bisognerebbe aumentare il biglietto da 2€ a 20€. Se la domanda fosse ANELASTICA al prezzo la cosa funzionrebbe!
Ma è evidente che se aumentasse vertigionosamente il prezzo del biglietto gli utenti dell’Autobus prenderebbero un Taxi. Quindi la vendita dei biglietti andrebbe vicino allo zero

5) Per le ragioni precedenti il Gettito di 2/3 Miliardi annui a regime  è sovrastimato!
Al pari di quanto successe con l’introduzione della Tobin Tax che avrebbe dovuto portare nelle casse dell’erario 1 Miliardo di euro all’anno; mentre ha generato in realtà imposte per importi molto inferiori

6) Fatta la legge trovato l’inganno! Così come successo per la Tobin Tax il rischio è che inneschino una serie di azioni elusive (cambi di residenza e di sedi sociali)

7) Gli HFT spesso fanno tantissime micro transazioni di importi ridotti. Ergo la maggiore incidenza dell’imposta per le operazioni di vendita di valore superiore al milione di euro potrebbe risultare inefficace

8) Criticità sulla tassazione delle criptovalute che negoziano per lo più su Exchange non regolamentati operanti talvolta in paradisi fiscali. In ogni caso legiferare sul mondo Crypto/blockchain è estramente complesso (soprattutto se l’attività non è coordinata insieme a tutti i principali paesi)

9) Il principio basilare della tassazione prevede l’imposizione di una imposta a seguito della creazione di un reddito o di un maggior valore. Si rischiederebbe che accada (come per la tobin tax) che una transazione finanziaria che produce una perdita in conto capitale venga gravata anche da una imposta (diventa quindi una imposta sul Fatturato non sugli Utili!)

10) Non va dimenticato infine che il risparmio che si va ad investire sui mercati finanziari è già stato abbondantemente tassato da imposte sul reddito, o di successione per chi l’ha eriditato o da capital gain sulle rendite finanziarie oltre che da balzelli, bolli , commissioni ecc

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Pietro Di Lorenzo