Le banche centrali accelerano sulle valute digitali

Le banche centrali accelerano sulle valute digitali Secondo te cosa spinge la corsa alle valute digitali delle banche centrali?

Le banche centrali accelerano sulle valute digitali

Secondo te cosa spinge la corsa alle valute digitali delle banche centrali?

Le banche centrali accelerano sulle valute digitali

All’inizio di quest’anno, la Banca dei regolamenti internazionali ha pubblicato un sondaggio decisamente interessante, per non dire rivelatore. Circa l’86% delle 65 banche centrali oggetto della ricerca è impegnato, in un modo o nell’altro, sul tema delle valute digitali.

Quali sono gli elementi che spingono in questa direzione?

Il vicegovernatore della Banca d’Italia, Piero Cipollone, risponde in modo esaustivo alla domanda in un’intervista alla CNBC.

Per il vicegovernatore, la maggiore attenzione alle CBDCs (central bank digital currencies) deriva dall’allontanamento generalizzato dal denaro contante. Una mancata risposta delle Banche Centrali a questo tipo di tendenza “potrebbe minarne una delle funzioni di base”.

Ha aggiunto che “in un ambiente in cui il contante viene utilizzato sempre meno, bisogna sostituire la funzionalità del contante con qualcosa che è digitale ma che sia al tempo stesso quanto più concettualmente vicino possibile ai contanti”.

Il calo dell’utilizzo del contante potrebbe non essere l’unico motivo

Infatti, gran parte della ricerca sui CBDC ha subito un’accelerazione decisa quando Facebook ha annunciato di essere impegnato nella progettazione di una moneta stabile, precedentemente nota col nome di Libra, ora chiamata Diem. Diem potrebbe avere potenziali implicazioni sistemiche per il sistema finanziario, motivo per cui le Banche Centrali hanno cominciato a lavorare a delle proprie versioni.

Opportunità

Le valute digitali della banca centrale trarrebbero vantaggio della stessa tecnologia di cui godono le criptovalute private. I benefici più evidenti sono pagamenti immediati, liquidazioni più rapide e costi di transazione inferiori, in particolare per i pagamenti transfrontalieri.

Potrebbero anche rappresentare un mezzo per garantire l’inclusione finanziaria, arrivando a parti della popolazione che non si è ancora mai rivolto a una banca. Ma, a differenza delle criptovalute private, le CBDC sarebbero centralizzate e ogni unità di valuta digitale avrebbe lo stesso valore di un’unità di denaro.

Rischi

Uno dei timori è che l’ascesa delle CBDC potrebbe inavvertitamente causare una corsa agli sportelli se gli utenti decidessero di lasciare i depositi bancari. Cipollone afferma che un modo per evitare che ciò accada è far fruttare l’interesse delle CBDC al di sopra di una certa soglia. In teoria, questo significa anche che le banche centrali potrebbero trasferire i tassi di interesse negativi in ​​modo più diretto al consumatore, invece di dover passare attraverso le banche commerciali.

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Pietro Di Lorenzo