OPEC+ e il controllo direzionale del mercato

OPEC+ e il controllo direzionale del mercato

OPEC+ e il controllo direzionale del mercato

Cosa è cambiato in un anno

OPEC+ e il controllo direzionale del mercato

Atteso per oggi, 1 luglio, l’incontro OPEC con Russia e paesi alleati. Secondo gli analisti mai come questa volta dal gruppo dipende il controllo sui prezzi.

A quanto si apprende, il gruppo prenderà in considerazione di aumentare la produzione dai 500.000 a 1 milione di barili al giorno. Molti analisti sono però convinti che una simile mossa potrebbe riportare in eccesso il petrolio, specie dopo che il gruppo ha annullato tagli per 6 milioni di barili al giorno entro aprile 2022.

Solo ieri un rapporto sui cali delle scorte degli Stati Uniti ha dato una spinta ai prezzi del petrolio. I futures del greggio Brent sono stati scambiati mercoledì a poco più di 75 dollari al barile. I futures del greggio West Texas Intermediate per agosto erano scambiati a poco meno di 74 dollari al barile, intorno al livello più alto dall’autunno del 2018.

Secondo Helima Croft, capo della strategia globale sulle materie prime di RBC l’OPEC opera ora più come la Federal Reserve degli Stati Uniti, con regolari riunioni di definizione delle politiche. “Significa che hanno davvero il controllo direzionale del mercato”, ha detto a CNBC.

“Ora, con la struttura delle riunioni mensili, sono più simili a un motoscafo che a una corazzata. Se la variante Delta è davvero distruttiva per la domanda nelle aree geografiche chiave, possono invertire la rotta- continua Croft- per me, questa struttura di riunioni mensili ha dato loro la flessibilità di adattarsi rapidamente. E per i partecipanti al mercato, tutti devono sintonizzarsi”.

Politica del petrolio

Allo stesso tempo, però, non bisogna sottovalutare le decisioni dei singoli governi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la politica del petrolio è cambiata radicalmente. L’amministrazione Biden è più focalizzata sul clima e sulle energie rinnovabili. Da quando gli Stati Uniti hanno aderito all’accordo di Parigi, il presidente Joe Biden ha promesso che gli Stati Uniti ridurranno della metà le emissioni di carbonio entro il 2030 e metteranno gli Stati Uniti sulla buona strada per le emissioni nette pari a zero entro il 2050.

Cosa farà l’OPEC?

Secondo Francisco Blanch, capo della strategia per materie prime i derivati ​​presso BoA “il gruppo probabilmente non vuole spingere i prezzi molto più in alto”. Questo perché, afferma l’analista, se l’OPEC+ immettesse troppo poco petrolio sul mercato i prezzi salirebbero e i produttori statunitensi sarebbero tentati da ulteriori trivellazioni. Inoltre, prezzi troppo alti colpirebbero la domanda nei mercati emergenti. Al contrario, se aumentasse di troppo la produzione per mantenere i prezzi più bassi, gli Stati Uniti potrebbero concludere un nuovo accordo nucleare con l’Iran, che potrebbe immettere fino a 1,5 milioni di barili al giorno sul mercato.

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Pietro Di Lorenzo