Europa: più tasse per le Big Tech?

Europa: più tasse per le Big Tech

Europa: più tasse per le Big Tech?

Un accordo congiunto sembrerebbe essere sempre più vicino

Europa: più tasse per le Big Tech?

In un nostro recente aritcolo avevamo parlato di come il Nasdaq 100 avesse fatto faville nei primi mesi del 2020.

Il NASDAQ-100 è un indice di borsa delle maggiori 100 imprese non-finanziarie quotate nel mercato borsistico NASDAQ. Fanno parte del NASDAQ 100 Facebook, Microsoft, Apple, Amazon, Google e simili.

Adesso che i governi di molti paesi si trovano a dover fare i conti con la peggiore crisi economica dalla grande depressione, la possibilità che i Big Tech possano essere costretti a pagare tasse più alte in Europa si fa sempre più concreta.

Francia, Italia, Spagna, Austria e Regno Unito sono alcuni dei paesi che hanno redatto piani per un’imposta digitale.

La Commissione europea ha affermato che rilancerà i colloqui a livello europeo per  giungere ad un accordo su un a tassa digitale congiunta. L’istituzione europea ha poi fatto presente che proprio queste Big Tech ad oggi pagano in media un’aliquota fiscale effettiva del 9,5% nell’UE, rispetto al 23,2% per le imprese tradizionali.

In una videoconferenza con Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, la scorsa settimana, il commissario europeo Thierry Breton ha sollevato la questione della tassazione. Il commissario ha affermato “se le piattaforme vogliono ancora svolgere un ruolo importante in futuro, devono imparare a discutere con noi”. Non è l’Ue a “dover adattare il proprio comportamento, ma sono le piattaforme”, ha chiosato.

È possibile inoltre che la tassazione delle società digitali vada avanti anche in altre parti del mondo. Soprattutto ora che la scala del passaggio al commercio digitale negli ultimi mesi di dislocazioni è diventata chiara.

Altra tendenza chiave da tenere d’occhio è la misura in cui le grandi basi di consumo nei mercati emergenti, come Brasile, India e Indonesia, avanzano con nuove imposte digitali.

 

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Pietro Di Lorenzo