PIL USA crolla ma le borse festeggiano, perché?

PIL USA crolla

PIL USA crolla ma le borse festeggiano, perché?

Il PIL degli Stati Uniti ha subito un calo del 4,8% nel primo trimestre.

PIL USA crolla ma le borse festeggiano, perché?

Le maggiori “zavorre” per l’economia statunitensi sono state: spesa per consumi, investimenti fissi non residenziali, esportazioni e inventari. Gli investimenti fissi residenziali, che sono aumentati del 21%, insieme alla spesa dei governi federale e statale hanno contribuito a compensare parte del danno. La spesa federale è cresciuta dell’1,7%.

Le spese al consumo, che rappresentano il 67% del PIL totale, sono crollate del 7,6%

Le esportazioni sono diminuite dell’8,7% mentre le importazioni sono diminuite del 15,3%, compreso un calo dei servizi del 30%.

Il conteggio di tutti i beni e servizi prodotti negli Stati Uniti mostra che anche se il primo trimestre ha vissuto solo due settimane di lockdown, l’impatto è stato decisivo e prospetta un quadro sul secondo trimestre che è in assoluto il peggiore dal secondo dopoguerra.

Ma allora perché le borse festeggiano?

I futures sugli indici americani ed europei hanno segnato un rialzo, con lo S&P 500 a +0,63% e l’Euro Stoxx 50 a +1,21%

Tre i motivi possibili:

  • La società californiana Gilead ha pubblicato i risultati preliminari di un test effettuato sui pazienti affetti da Covid-19 che mostrano «risultati incoraggianti nella lotta contro il virus». Infatti su 397 pazienti trattati (per cinque giorni) con il farmaco antivirale remdesivir, la metà ha migliorato le loro condizioni. Se confermata, la validità del trattamento medico potrebbe essere cruciale nella battaglia per sconfiggere il Covid-19. Soprattutto se si considera che, secondo le autorità sanitarie americane, ci vorranno almeno tra i 12 e i 18 mesi per avere un vaccino contro il virus;
  • Il petrolio prova il rimbalzo sui dati delle scorte;
  • La Federal Reserve ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse tra lo 0 e lo 0,25%, con la previsione di mantenerli a tasso zero per tutta la durata della crisi. Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha poi sottolineato che la banca centrale è pronta a fare tutto il possibile per sostenere l’economia statunitense in questa emergenza.

 

Quello di Jerome Powell è un vero e proprio “Whatever it Takes” e lancia un segnale forte: l’incertezza è alta, ma la Fed continuerà ad esserci.

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Pietro Di Lorenzo