In Cina si torna al lavoro, lo dice la NASA!!

In Cina si torna al lavoro, lo dice la NASA!!

La produzione cinese è davvero in ripresa?

Per la prima volta da dicembre i dati sulla produzione in Cina mostrano segnali di ripresa. Come fare a dirlo? Facile: dallo spazio arrivano i dati sui livelli di inquinamento cinese e il segnale è un segnale di ripresa.

In Cina si torna al lavoro, lo dice la NASA!!

La ripresa industriale appare graduale ma non uniforme. I livelli di biossido di azoto nell’atmosfera cinese sono aumentati del 50% dal 17 febbraio, ma sono ancora del 20% inferiori rispetto ai dati riportati nel 2019 per lo stesso periodo. L’analisi è stata condotta dal Center on Energy and Clean Air  con sede ad Helsinki, che ha usato dati satellitari NASA.

Insomma, anche se lontana da un regime a full-capacity, la produzione sembra riprendere fiato. Foxconn, che produce parti dell’ iPhone, ha dichiarato che si prevede che la capacità di produzione della Cina tornerà alla normalità entro la fine del mese.

La catena di rifornimento ha anelli solidi?

La risposta purtroppo è no. Si è ancora lontani dal capire come rivitalizzare la supply-chain.

La quarantena forzata di molte delle province cinesi, ha contribuito a un calo di circa $50 miliardi  nelle esportazioni globali a febbraio. Le esportazioni di gennaio e febbraio sono più basse di 14 punti percentuali (le importazioni di 15) rispetto a quelle dei corrispettivi mesi del 2019.

Le linee di rifornimento mondiali, dall’Asia agli Stati Uniti, sono state colpite duramente dal virus, e il dato lascia supporre che la domanda estera sarà debole anche nei prossimi mesi.

Anche se la Cina dovesse raggiungere la full-capacity per fine marzo, dovrebbe comunque fare i conti con i rischi connessi ai bassi livelli toccati dal settore delle esportazioni.

E questo perché la supply-chain si è “rotta” anche in Europa, in Corea del Sud in Giappone e negli Stati Uniti, dove il virus a iniziato a diffondersi.