Le principali domande a cui spesso l’investitore che non conosce dettagliatamente gli ETF non sa dare una risposta precisa

Etf è l’acronimo di Exchange Traded Funds (dall’inglese «fondi trattati in Borsa) è una particolare categoria di fondi d’investimento mobiliare aperti a gestione espressamente passiva, che mira a replicare il più fedelmente possibile un determinato indice di mercato, sia esso: azionario, obbligazionario, geografico o settoriale. Questi strumenti al pari delle azioni possono essere acquistati (e venduti) in ogni momento di mercato aperto. A differenza di un fondo possono quindi essere acquistati o venduti anche intraday (duranta la seduta borsistica), unendo così la flessibilità e la liquidità delle azioni ai benefici dell’investimento in fondi indicizzati. Il prezzo di un Etf è determinato, come per le azioni, in base alla sua domanda e offerta e quindi varia continuamente nel corso della giornata borsistica, tenendo naturalmente conto del prezzo dei titoli rappresentati.

Gli Etf, come i fondi comuni di investimento, investono in una pluralità di azioni: come detto possono replicare un indice, un settore o un insieme di aziende di una determinata zona geografica. Chi acquista una quota di Etf investe, quindi, nell’insieme dei titoli che formano l’indice e guadagnerà o perderà a seconda del suo andamento complessivo. Gli Etf sono fondi passivi in quanto il gestore si limita a replicare in portafoglio i titoli che compongono l’indice o il settore a cui si riferiscono. Un Etf ha, quindi, un andamento che ricalca quello dell’indice borsistico a cui sono legati, e ciò avviene perchè il gestore non sceglie liberamente i titoli da inserire nell’Etf, ma riproduce il più fedelmente possibile il portafoglio in questione. Comprando un Etf si compra quindi un paniere predeterminato, acquistando in un sol colpo tutti i titoli di un comparto, di un settore o di una Borsa. Consentono, anche con un investimento minimo, e con una sola operazione di investire contemporaneamente in tutte le azioni che compongono l’indice di riferimento.

Gli Etf inoltre sono caratterizzati dai bassi costi per chi li utilizza e quindi povero per i collocatori (e per questo osteggiati dalla maggioranza di operatori Istituzionali). Non ci sono spese di sottoscrizione e di uscita, ma solo il costo per l’acquisto in Borsa (ormai risibili) e hanno commissioni di gestione limitate. Nella sostanza, sono un’alternativa diretta ai fondi delle rispettive categorie: azionari, obbligazionari, commodities ecc.

La possibilità di unire la trasparenza nella negoziazione di un’azione con la diversificazione del proprio portafoglio, esattamente come avviene con i Fondi Comuni. Ma gli ETF, a differenza dei Fondi Comuni, presentano delle quotazioni in costante cambiamento, durante tutta la giornata, proprio come avviene per le azioni, permettendo la negoziabilità continua con il proprio intermediario

La negoziazione continua di un ETF consente di liquidarli nel corso della seduta di borsa a un prezzo certo, al contrario dei fondi comuni il cui prezzo è comunicato solo a chiusura dei mercati. Con gli ETF è possibile così comprare con una una sola operazione, tutti i titoli che compongono gli indici rappresentati: una determinata area o un comparto settoriale (immobiliari, farmaceutici, tecnologici, energetici.) In questo modo si riesce a diversificare l’investimento su un ampio numero di titoli (un vantaggio molto importante per la diminuzione del rischio), riducendo il rischio di fluttuazioni di prezzo di pochi titoli posseduti direttamente, riducendo i rischi di detenere azioni o obbligazioni di pochi emittenti. Con l’acquisto di un Etf si può anche risparmiare perciò anche rispetto all’acquisto diretto di una molteplicità di titoli sostenendo un’unica commissione di negoziazione.

Inoltre c’è un rilevante vantaggio inerente i costi, molto più competitivi rispetto a quelli applicati dal risparmio gestito. Non esistono nel caso degli ETF commissioni di ingresso o di uscita e la commissione di gestione è molto più bassa (spesso del 70% inferiore!) Con gli ETF l’investitore evita di remunerare complicate strutture commerciali (società di gestione, banche, capi area, promotori finanziari) spesso senza alcun beneficio reale sul suo investimento. Infine si uniscono vantaggi fiscali (vedi più avanti) e il fatto che non esistono minimi di investimento: non sono richieste infatti somme importanti per sottoscriverli potendo anche teoricamente comprare solo una quota di un Etf.

Ogni volta che un investitore acquista o vende un ETF deve passare attraverso un intermediario che applica una sua commissione d’intermediazione, che varia in relazione all’ammontare negoziato. Quindi, analogamente alla compravendita di un titolo azionario bisogna sostenenere un costo commissionale (che comunque è ormai limitato in particolare quando si fruisce di servizi via internet). Vi è anche da valutare che il prezzo di un Etf può scostarsi dal valore intrinseco soprattutto in presenza di un mercato limitato con bassi scambi. Inoltre gli Etf hanno una gestione passiva quindi non esiste una gestione in senso proprio in quanto replica un indice e, quindi, il suo rendimento dipende dalle performance di quest’ultimo; questo elemento non può considerarsi come uno svantaggio vero e proprio in quanto molti fondi venduti come “attivi” nella realtà si comportano s nettamente peggio del benchmark con costi molti superiori. Inoltre non sempre le performances dell’Etf sono le stesse dell’indice sottostante poiché alcuni fattori (arbitraggi, commissioni e volatilità del mercato) possono ampliare le differenze (tracking error) tra il rendimento dell’Etf e dell’indice sottostante

Gli ETF legati ad un indice azionario sono soggetti agli stessi rischi delle azioni, così come quelli obbligazionari sono legati agli stessi pericoli dell’investimento in obbligazioni corporate e in titoli governativi. Naturalmente il fatto di diversificare il rischio (essendo un indice composto da un grande numero di azioni) rende il rischio molto minore. Il rischio ” di “default” (tipo Parmalat) di un Etf appare praticamente nullo perche il patrimonio di un Etf è separato da quello dell’emittente e funzionano dal punto di vista giuridico come un fondo d’investimento regolamentato. Inoltre bisogna anche valutare il rischio cambio (con ETF quotati in valute diverse dall’euro) e i costi di slippage quanto si allarga la differenza fra il prezzo denaro e il prezzo lettera.

Mentre la gestione attiva mira ad ottenere una performance superiore a quella del mercato, facendo leva su tre elementi: il market timing, il sector selection e il security selection; la gestione passiva invece, mira a replicare fedelmente la composizione dell’indice di riferimento, con il fine di mantenere il valore del portafoglio in linea con il valore dell’indice di riferimento

Le tecniche di gestione passiva sono sostanzialmente due: la prima consiste nell’acquistare tutti i titoli che compongono l’indice, nelle medesime proporzioni di quelle dell’indice di riferimento; mentre la seconda tecnica consiste – avvalendosi di varie tecniche di ottimizzazione – nell’acquistare un sottoinsieme di titoli appartenenti ai differenti settori di uno stesso indice di mercato.

E’ difficile fare generalizzazioni, ma l’esperienza e le statistiche dimostrano che i fondi d’investimento nella maggioranza dei casi non riescono a fare meglio dei mercati dove investono, battendo l’indice. Inoltre per questo servizio spesso inefficiente, si fanno pagare profumatamente. Per questo motivo l’Etf è uno strumento più trasparente ed economico che promette quello che mantiene: replicare i mercati, costando meno di un fondo d’investimento. C’è da dire che alcuni fondi comuni e società di gestione fanno eccezione dimostrando di ottenere nel tempo risultati nettamente migliori dei mercati dove investono con una gestione realmente attiva e flessibile.

Sull’acquisto e sulla vendita di ETF vengono applicate dagli intermediari che ne consentono la negoziazione le commissioni normalmente praticate sulle azioni. Nel caso di negoziazione on line mediamente lo 0,19% con max 19 euro per ordini sul mercato italiano.

Se non si possiedono capitali rilevanti e non si possono quindi costituire dei portafogli realmente diversificati è una scelta efficiente e prudente puntare su un paniere di titoli (attraverso un Etf o un Fondo) piuttosto che su pochi titoli. Attraverso gli ETF è possibile, infatti, investire in un indice senza dover acquistare tutte le azioni che lo compongono; così facendo l’investitore si garantisce la stessa performance dell’indice preso in considerazione, potendo allo stesso tempo diluire il rischio non soltanto su un singolo titolo, ma su tutti i titoli che compongono l’indice. A ciò si aggiunge il fatto che l’investimento in questi strumenti comporta dei bassi costi, generalmente inferiori rispetto a quelli che si dovrebbero sostenere acquistando dei Fondi Comuni.

La negoziazione degli Exchange Traded Funds non prevede l’esistenza di lotti minimi di sottoscrizione, pertanto è possibile acquistare anche una sola azione o quota. Quindi si può comprare anche una quantità pari ad una singola azione ma è bene tenere conto delle commissioni applicate. Da valutare che alcuni broker consentono di realizzare attraverso gli ETF dei piani di accumulo del capitale (PAC) permettendo così di crearsi un piano di risparmio mensile che diversifica su più strumenti attraverso un investimento periodico esiguo.

L’operatività relativa alla negoziazione di ETF è analoga a quella di un’azione. Basta servirsi del proprio intermediario (banca o Broker) e passare l’ordine di acquisto o di vendita via internet o telefono. I dati da fornire sono praticamente identici a quelli di un’azione, ovvero il nome dell’ETF (se è disponibile anche il codice ISIN), la quantità e il prezzo.

Generalmente il market maker acquista un intero portafoglio di azioni e le azioni vengono poi collocate in un “Trust” e vengono create le singole azioni dell’ETF. Le azioni dell’ETF vengono vendute liberamente agli investitori sul mercato regolamentato durante gli orari di apertura del mercato.

Dipende dal regolamento dell’ETF: alcuni ETF incassano i dividendi non li distribuiscono ma il loro incasso accresce il valore della quota. Altri ETF prevedono invece la distribuzione dei dividendi a favore dei possessori. Questi dividendi vengono direttamente accreditati (al netto delle spese sostenute dal fondo) direttamente dal proprio intermediario sul conto corrente. Evidentemente nel caso che l’ETF preveda la distribuzione del dividendo il giorno in cui l’ETF stacca la cedola, immediatamente il prezzo in Borsa subirà la perdita del relativo valore. Per conoscere i dividendi degli ETF quotati a Piazza Affari si può consultare il sito www.borsaitalia.it e le schede redatte da SOSTRADER.

I Fondi di diritto italiano (e quindi anche gli ETF) vengono tassati attraverso il regime di risparmio amministrato; ovvero l’intermediario presso il quale è gestito il dossier titoli dell’investitore, qualora il cliente abbia scelto il sopraindicato regime, applica un’aliquota fissa del 12,5% sui proventi dell’ETF; in questo caso quindi l’investitore non deve riportare nulla sul modello Unico.

Nel caso in cui il reddito di capitale nella compravendita di un Etf sia negativo, la ritenuta non viene applicata. La disciplina fiscale degli ETF è comunque abbastanza complicata perché distingue fra redditi da capitale (come per esempio il dividendo o la differenza fra valore di acquisto e vendita del Nav, ovvero del patrimonio intrinseco) e redditi diversi (eventuali differenze fra valore di acquisto e vendita esclusa la differenza del Nav e dividendi). Questi redditi diversi sono sempre assoggettati a una ritenuta secca del 12,50% e sarebbero compensabili con eventuali perdite precedenti in conto titoli. Si comprende però il sistema “complicato” che fa sì che molte banche di fatto applicano su tutto il 12,5% secco di ritenuto non distinguendo fra redditi di capitale e redditi diversi (comunque meno importanti) non consentendo così la compensazione in caso di guadagni/perdite. L’attuale normativa prevede, infatti, riguardo la compensazione dei redditi che il reddito diverso negativo non può essere compensato con l’eventuale reddito di capitale positivo, ma solo con altre tipologie di redditi diversi che l’investitore dovesse registrare nel medesimo anno o nei 4 successivi. Riguardo le differenze di cambio nel caso in cui l’ETF sia denominato in una valuta diversa dall’Euro, la conversione in euro avviene in base al cambio del giorno di valorizzazione. Le differenze di cambio che si dovessero generare incidono sul calcolo dei redditi di capitale e dei redditi diversi e ne costituiscono parte integrante.

Lo stesso regime fiscale del 12,5% secco avviene anche per gli Oicr di diritto estero (i cosiddetti ETF “armonizzati” che sono quotati sulle Borse di Francoforte, Londra, Parigi, Amsterdam….), a cui appartengono anche gli ETF quotati a Piazza Affari; anche in questo caso la tassazione è del 12,5% sul capital gain . Ma la cosa anche qui è complicata dal fatto che non necessariamente un ETF perché quotato in una Borsa dell’Unione Europea sia per questo motivo armonizzato. Nel Prospetto estero approvato dalla competente autorità regolamentare UE (gli omologhi della Banca d’Italia e/o della Consob) deve essere specificato esplicitamente che lo strumento è conforme alla direttiva comunitaria UCITS.

Il trattamento fiscale per gli ETF di diritto estero non armonizzati (per esempio quelli quotati sulla Borsa americana), può rivelarsi molto sconveniente per l’investitore italiano. L’investimento in ETF non armonizzati o non autorizzati alla vendita in Italia comporta, infatti, l’applicazione dell’aliquota marginale sul reddito da capitale realizzato (in pratica l’aliquota IRPEF che si paga nella dichiarazione dei redditi); tale tassazione può arrivare al 43%. Tuttavia per i guadagni realizzati facendo trading o vendendo allo scoperto il fisco prevede che la tassazione sia del 12,5%; questo dipende dal fatto che la normativa ha separato il reddito da capitale da negoziazione e il capital gain da negoziazione; in questo modo gli investitori che fanno trading non vengono penalizzati eccessivamente dalla tassazione. Risulta evidente comunque la disparità di trattamento che consiglia di operare solo su ETF quotati in Italia o “armonizzati”.

Gli ETF quotati su Borsa Italiana sono, a seconda dello strumento, o Fondi Comuni di Investimento oppure Sicav che hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne hanno curato o curano le attività di costituzione / gestione / amministrazione / marketing ecc… Gli ETF pertanto non sono esposti a un rischio di insolvenza (e di conseguenza non richiedono un rating) neppure nel caso in cui le società appena menzionate risultino insolventi.

Analogamente a quanto avviene per i titoli azionari, gli investitori privati potranno operare le vendite allo scoperto solo se ciò è espressamente previsto dal proprio intermediario di fiducia e secondo modalità definite da quest’ultimo. G li ETF possono quindi essere anche venduti allo scoperto (Short), ma a condizione che l’intermediario a cui si fa riferimento lo permetta. In pratica l’investitore prima vende a un certo prezzo e successivamente acquista ad un prezzo diverso. Lle Banche/SIM che offrono ai propri investitori privati il servizio di Short Selling (vendita allo scoperto) sugli ETF quotati su Borsa Italiana sono: FinecoBank, IW Bank e Twice SIM. L’elenco non è esaustivo e quindi si consiglia di consultare questo link per conoscere l’elenco aggiornato:
http://www.borsaitalia.it/quotazioni/etfefondi/tuttiglietf/shortsuetfchilooffre/shortsuetf.htm

Le quotazioni degli ETF presenti sul mercato italiano possono essere rilevate sul sito della Borsa Italiana www.borsaitalia.it, sui principali quotidiani economici oltre che con le principali piattaforme di negoziazione on line. Gli Etf esteri sui siti delle Borse dove sono quotati oltre che naturalmente su quelli degli emittenti.

Occorre leggere il prospetto informativo che spiega bene per ciascun ETF tutte le caratteristiche del prodotto di interesse (composizione rischi, costi…). Per ottenere i prospetti informativi basta visitare i siti della Borsa Americana (www.amex.com) e della Borsa Italiana (www.borsaitalia.it)

Gli Equity Founds sono degli ETF legati al mercato azionario che mirano a replicare la performance di ampi indici di mercato o di specifici settori industriali, offrendo agli investitori molteplici opportunità per diversificare ulteriormente i loro investimenti. I Fixed-income-Finds sono ETF a reddito fisso che investono il loro patrimonio in titoli obbligazionari sia statali che di società private, replicando il più fedelmente possibile il loro andamento

Gli ETF obbligazionari sono come dei fondi indicizzati a dei titoli governativi o a delle obbligazioni corporate (emesse cioè da società) che vengono scambiati durante tutta la giornata sul mercato. Attraverso questi ETF, l’investitore può acquistare o vendere delle quote di panieri di obbligazioni che investono su più mercati, attraverso un’unica operazione. Questi strumenti godono di flessibilità, e di facile liquidabilità, proprio come per le azioni, ma permettono di investire in obbligazioni. Un’eccellente alternativa rispetto all’investimento diretto (sconsigliabile a chi non dispone di capitali elevati e non può diversificare su una molteplicità di titoli ed emittenti)

NAV (Indicative Net Asset Value), è il valore effettivo di un ETF; questo importo viene calcolato attraverso il valore del paniere delle azioni che replicano l’indice sottostante, più i dividendi; a questo valore vengono poi sottratti i costi di gestione. Il NAV è il valore ufficiale del valore dell’ETF e viene pubblicato tutti giorni sui principali quotidiano finanziari. Il prezzo effettivo di negoziazione di una quota di un fondo ETF è la quotazione che si trova nel mercato MTF.

Non esiste una durata minima predefinita. Ma se si tratta di Etf legati all’azionario (in generale) l’investimento deve avere come obiettivo temporale minino dai 3 ai 5 anni visto che gli anni borsistici come le stagioni spesso si alternano fra positive e negative pur se nel medio-lungo periodo la Borsa tende a premiare gli investitori intelligenti. Bisogna cercare di dare tempo al mercato in modo tale che riesca a prendere una vera e propria direzione che permette all’investitore di guadagnare sul medio – lungo periodo. Investire su un orizzonte temporale limitato (1 o 2 anni) è più rischioso visto che aumenta fortemente il rischio di non “imbroccare” gli anni positivi dei mercati finanziari dove si investe.

Ogni ETF è caratterizzato da proprie Commissioni Totali Annue (Ter) che variano a seconda dello strumento. Le commissioni annue sono pagate in proporzione al periodo di detenzione dell’ETF e sono trattenute ogni giorno, per la quota parte di competenza, dal gestore dell’ETF. In pratica come per i fondi d’investimento i prezzi di acquisto e di vendita su Borsa Italiana sono già al netto di tali commissioni per cui nè l’investitore finale nè il suo intermediario sono tenuti ad operare alcun versamento.

L’MTF (Mercato Telematico dei Fondi) è un segmento della borsa italiana, nel quale sono quotati, insieme agli OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) chiusi, anche gli OICR aperti indicizzati o a “gestione passiva”, dove rientrano gli Exchange Traded Funds (ETF). Gli ETF vengono negoziati con la sola modalità di negoziazione continua tra le 9.10 e le 17.25 di ogni seduta di borsa aperta (non sono previste aste di apertura e di chiusura).

In America gli ETF più famosi e più liquidi sono: il QQQ (Nasdaq 100 Index Tracking Stock) legato all’indice azionario americano Nasdaq 100; lo SPY è legato all’indice azionario americano – S&P 500; il DIA è legato all’indice azionario americano – Dow Jones Industrial Average. Oltre a questi ETF ce ne sono molti altri raggruppati nelle seguenti famiglie:
HOLDRS è l’acronimo di HOLding Company Depositary Receipts: chi acquista strumenti appartenenti a questa famiglia, acquisisce il possesso di azioni o di ricevute di deposito americane (ADRs) di particolari industrie o società, settori o gruppi. I più famosi HOLDRS sono SMH (Indice dei semiconduttori), BBH (Indice delle biotecnologie), PPH (indice farmaceutico), e OIH (Indice dei servizi petroliferi)
IShares sono degli ETF emessi da Barclays Global Investitors; Gli iShares sono composti dai seguenti tipi di ETF: ETF legati al settore industriale; ETF legati agli indici S&P/Russel;
ETF legati a indici azionari internazionali; ETF legati al reddito fisso che permettono di operare su obbligazioni corporate e titoli governativi.
SPDRS è l’acronimo di Standard & Poor’s Depositary Receipts; ogni SPDRS è emesso da State Street Securities o da PDR Services, LLC. Il più famoso SPDRS è lo SPY che replica l’indice Standard & Poor 500. Questo ETF in pratica, mira a conseguire il rendimento che si avrebbe investendo contemporaneamente in tutte le società dell’indice S&P 500, sia in termini di variazione delle quotazioni, sia in termine di incasso dividendi. Altri SPDRS famosi sono MDY (legato alle imprese di media capitalizzazione), e XLF (legato al settore finanziario), che scambiano mediamente 2 milioni di quote al giorno. Il lotto minimo di tali strumenti è una quota.
Esistono poi ETF appartenenti alla famiglia streetTRACKS e VIPER emessi dalla Vanguard.

Sì, nel caso in cui l’ETF abbia come benchmark un indice statunitense si è esposti al rischio di cambio Euro/Dollaro (EUR/USD). L’indice in oggetto è infatti rappresentativo di azioni denominate in dollari Usa mentre l’ETF è negoziato in Euro per cui, di conseguenza, il rendimento in EUR dell’ETF è la somma di 2 componenti:

1· Apprezzamento / deprezzamento dell’indice “statunitense”

2· Apprezzamento / deprezzamento del tasso di cambio EUR/USD

La Borsa italiana spiega che si reputa conveniente far negoziare questi ETF in euro al fine di facilitare l’investitore italiano che tipicamente guadagna, spende e risparmia in euro. In particolare grazie alla negoziazione in EUR il prezzo che si forma su Borsa Italiana tiene già conto di entrambe le componenti sopra citate: Indice + Cambio.

  • A
    AMEX (AMERICAN STOCK EXCHANGE)
    L’American Stock Exchange è una borsa valori localizzata a New York.
    L’AMEX si contraddistingue inoltre per una forte attività su ETF.
    www.amex.comANALISI DEGLI SCENARI
    Metodo di analisi e previsione economica a medio e lungo periodo, qualitativa e quantitativa, che consiste nell’ipotizzare una serie di possibili alternative future per un gruppo di variabili economiche o finanziarie, attribuire una probabilità a ciascuna di esse e infine trarre conclusioni previsive dall’insieme delle informazioni raccolte.ASSET
    sottostante di una certa attività. Può essere costituito da titoli, indici di Borsa, materie prime, valute; nel caso di ETF è da intendersi come il patrimonio.ASSET ALLOCATION
    Processo in cui si definisce la filosofia a cui riferirsi nella scelta di investimento al fine di soddisfare al meglio i propri obbiettivi. Scelto il benchmark cui parametrarsi, si selezionano gli strumenti finanziari (strumenti del mercato monetario, titoli di stato, obbligazioni, azioni ecc) e i singoli titoli con cui concretizzare la scelta di investimento. Il punto di approdo è la ripartizione del proprio patrimonio in un determinato numero di ETF.

    ASSET CLASS
    tipologia del sottostante, che può essere di natura azionaria, obbligazionaria, monetaria, immobiliare, etc..

    AUTHORISED PARTICIPANTS (AP):
    soggetti istituzionali ammessi al mercato primario degli etf. Favoriscono una maggiore liquidità del mercato e garantiscono, con la loro attività, la replica dell’indice di mercato sottostante

     

    B
    BENCHMARK
    rappresenta un indice di riferimento. La sua funzione è duplice: in fase di scelta di un Etf serve a verificare dove questo investe; se ad esempio il benchmark di un ETF è l’indice S&P/Mib, significa che quel fondo investe sulle società italiane a più alta capitalizzazione. In fase di valutazione di un fondo a gestione attiva il benchmark rappresenta un parametro di riferimento per valutare l’operato del gestore: se il fondo ha dato una performance superiore al benchmark vuol dire che il gestore ha fatto un buon lavoro. Da regolamento Consob è previsto l’obbligo, per le società di gestione, di dichiarare il benchmark di ogni fondo e di riportarlo all’interno del prospetto informativo

    BETA
    Coefficiente che rappresenta il legame esistente tra i rendimenti ottenibili dal titolo in oggetto e quelli che derivano dal mercato. Se Beta risulta maggiore di 1 amplifica i movimenti del mercato (titolo aggressivo), li attenua se è minore di 1 (titolo difensivo).

    BOOK DI NEGOZIAZIONE
    è una tabella che generalmente presenta le ultime cinque offerte in acquisto e in vendita di un titolo, ed i rispettivi volumi

    BORSA ITALIANA SPA
    Società privata responsabile dell’organizzazione e della gestione della borsa valori italiana

    BOTTOM UP
    Stile di gestione specializzato nella selezione di titoli di aziende prescelte indipendentemente dal settore di appartenenza, ma solo sulla base dei dati di bilancio. Si contrappone a top down

    BROKER
    E’ l’intermediario finanziario che permette di negoziare titoli e prodotti finanziari in generale

     

    C
    CAC 40
    Il CAC 40 è un indice calcolato sui 40 titoli, industriali, commerciali o finanziari, con maggiore capitalizzazione quotati alla Borsa di Parigi. Esso rappresenta l’82% del controvalore azionario scambiato sul mercato francese.
    Per maggiori informazioni: www.bourse-de-paris.fr

    CAPITAL GAIN – CAPITAL LOSS
    Termini inglesi che indicano la differenza tra il valore di un ETF al momento dell’acquisto e il valore alla vendita. Capital gain si riferisce ad un guadagno o plusvalenza, capital loss ad una perdita o minusvalenza

    CLASSE 1
    Sezione del mercato MTF. A questo gruppo appartengono gli ETFs e i Fondi Aperti Indicizzati. Tali strumenti godono di una negoziazione continua dalle 9,30 alle17,25

    CLASSE 2
    Sezione del mercato MTF. A questo gruppo appartengono i Fondi Chiusi Mobiliari e Immobiliari. Per la negoziazione di tali strumenti sono previste un’asta si apertura (dalle 8,00 alle 10,45 c’è una fase di pre – asta, seguita da cinque minuti di validazione e dalla fase di apertura che va dalle 10,50 alle 11,00) e un’asta di chiusura (dalle 11,00 alle 16,35 c’è una fase di pre – asta, seguita da una fase di validazione e di chiusura dalle 16,35 alle 16,40)

    COMMISSIONE DI ENTRATA
    Costi che l’investitore deve sostenere al momento dell’acquisto di un fondo comune di investimento. Non sempre è previsto. Il loro importo è variabile. Per gli ETF non esistono commissioni di entrata

    COMMISSIONI DI GESTIONE
    Costo che l’investitore deve corrispondere alla Società di gestione in relazione alla sua attività di amministrazione del fondo. Tale valore è già compreso nel prezzo di mercato dell’ETF, e generalmente comunque è molto contenuto, soprattutto rispetto al costo di gestione di un normale fondo comune di investimento

    COMMISSIONI D’INTERMEDIAZIONI
    Il costo che viene pagato dall’investitore all’intermediario per acquistare o vendere uno strumento (un’azione, un ETF, etc…..). L’importo è generalmente prestabilito

    COMMISSIONI DI PERFORMANCE
    sono sostenuti dai sottoscrittori di prodotti di investimento a gestione attiva, qualora le performance conseguite siano, durante un periodo predefinito, superiori a determinati benchmark. Sono tipologie di costi non presenti negli ETF

    COMMISSIONE DI SOTTOSCRIZIONE
    Commissione pagata dall’aderente a un fondo al momento della sottoscrizione e in occasione dei versamenti successivi. Questa commissione varia da fondo a fondo e solitamente è più elevata per i fondi azionari. Generalmente, la commissione di ingresso rappresenta il maggior costo a carico del sottoscrittore ed è una tantum.

    COMMISSIONE DI SWITCH
    Commissione pagata dal partecipante a un fondo quando decide di cambiare tipo di fondo fra quelli proposti dalla medesima società di gestione

    COMMISSIONE DI USCITA
    Commissione pagata dal sottoscrittore del fondo al momento del disinvestimento dal fondo e sulla somma disinvestita. Può essere fissa o variabile, ma non è prevista da tutti i fondi

    CONSOB
    Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. E’ l’organismo preposto alla vigilanza sul funzionamento dei mercati e sui comportamenti degli intermediari finanziari. Obbliga tutte le società che rivolgono la loro attività verso il pubblico ad osservare una serie di regole di trasparenza

    CONTROVALORE
    Valore uguale al volume scambiato su un mercato moltiplicato per i prezzi ai quali sono avvenuti tali scambi

     

    D
    DENARO
    Prezzo al quale un operatore è disposto a comprare un determinato quantitativo di titoli o contratti

    DEVIAZIONE STANDARD
    indicatore statistico che misura la variazione dei rendimenti di uno strumento finanziario, quanto, cioè, in un determinato periodo di tempo (giornaliero, mensile, etc.) il prezzo possa variare in termini di punti percentuali.

    DIAMONDS
    Diamonds Trust Series I; sono degli ETF che replicano l’indice Dow Jones Industrial Average

    DIVERSIFICAZIONE
    processo finalizzato alla riduzione del rischio conseguita attraverso la ripartizione dei propri investimenti tra molteplici categorie di investimento, che si ritiene possano reagire in modo difforme al cambiamento del contesto di mercato. La finalità del procedimento è contenere le oscillazioni del portafoglio investito.

    DIVIDENDO
    Importo distributio dalla società agli azionisti, alla fine di un esercizio contabile, a titolo di remunerazione del capitale investito. Mlti Etf distribuiscono un dividendo ai propri sottoscrittori

    DOW JONES
    Il Dow Jones Industrial Average è composto dalle 30 società americane con maggiore capitalizzazione.
    Per maggiori informazioni: www.dowjones.com

     

    E
    EMITTENTI
    Sono i soggetti italiani ed esteri che emettono strumenti finanziari.

    ETF
    gli Exchange Traded Funds (letteralmente dall’inglese fondi quotati sul mercato) rappresentano una tipologia particolare di fondi comuni aperti o Siav di tipo indicizzato, a gestione passiva

    EURO STOXX 50
    Il Dow Jones Euro Stoxx 50 è un indice che ricomprende le 50 società europee più capitalizzate. Esso offre una buona idea dell’andamento dei mercati della zona euro. Per maggiori informazioni consultare: www.stoxx.com

     

    F
    FONDO (FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO MOBILIARE)
    Il fondo comune è un veicolo di investimento che mette assieme il denaro di più risparmiatori. Questa massa di risparmio forma una “cassa comune” che viene affidata in gestione ad un operatore specializzato, la Società di Gestione del Risparmio.

    FONDI APERTI
    E’ la struttura tipica dei Fondi Comuni, utilizzata anche dagli ETF. Questi prodotti si caratterizzano per la libertà di entrata (sottoscrizione delle quote) e di uscita (rimborso delle quote) in qualunque istante. Questa struttura permette ai Fondi di reinvestire immediatamente i dividendi. Il patrimonio varia continuamente per effetto dei riscatti, che provocano una diminuzione del patrimonio, e delle nuove sottoscrizioni, che ne determinano un aumento

    FONDI CHIUSI
    Sono una tipologia di Fondi Comuni, che si differenziano da quelli aperti perché l’ammontare del fondo è determinato al momento dell’istituzione del fondo stesso; la sottoscrizione del prodotto avviene quindi in un unico momento e i sottoscrittori non hanno il diritto di richiedere il rimborso delle quote se non alla data di scadenza del fondo o in casi eccezionali previsti dal regolamento

    FONDO AD ACCUMULAZIONE DI PROVENTI
    Fondo in cui le plusvalenze realizzate non vengono distribuite ai sottoscrittori, ma vanno ad aumentare il valore complessivo del fondo. Il sottoscrittore riceve una somma di denaro solo nel momento in cui vende le quote. Quando si parla genericamente di fondi comuni, si allude sempre a fondi che possiedono questa caratteristica

    FONDO A DISTRIBUZIONE DI PROVENTI
    Fondo in cui le plusvalenze eventualmente realizzate vengono (totalmente o parzialmente) distribuite ai sottoscrittori con cadenza periodica, di solito una volta all’anno. A ogni distribuzione dei proventi realizzati, il valore della quota del fondo diminuisce. Questa categoria di fondi rappresenta una minoranza

    FONDO DI GARANZIA
    Attraverso questo Fondo si può garantire il buon fine dei contratti di compravendita sugli ETFs, in caso di accertata insolvenza di uno degli operatori

    FONDO DI LIQUIDAZIONE
    Il Fondo di Garanzia non copre i contratti già liquidati per effetto dell’intervento dell’organismo di gestione del sistema di compensazione e garanzia attraverso il “Fondo di Liquidazione”

    FONDO / SICAV ARMONIZZATO
    Fondo e sicav di diritto estero autorizzato al collocamento in Italia. L’offerta deve avvenire tramite intermediari autorizzati in Italia e la Consob deve approvarne il prospetto informativo

     

    G
    GESTIONE ATTIVA
    Politica gestionale per la quale il money manager si pone l’obiettivo di fare meglio dell’andamento del mercato dove il fondo investe. Si tratta di una strategia finalizzata ad investire in attività finanziarie ritenute sottovalutate e viceversa vendere quelle sopravvalutate, sovrappesando oppure sottopesando l’esposizione rispetto ad un benchmark di riferimento.

    GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO
    Servizio che si realizza attraverso: promozione, istituzione e organizzazione di fondi comuni di investimento e l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti. La gestione del patrimonio di OICR, di propria o altrui istituzione avente ad oggetto strumenti finanziari, crediti, o altri beni mobili o immobili.

    GESTIONE PASSIVA
    Politica gestionale per la quale il money manager si pone l’obiettivo di replicare l’andamento del benchmark prescelto e/o dell’indice di mercato ove il fondo investe. Parte dal presupposto dell’efficienza dei mercati finanziari, piuttosto che effettuare valutazioni di merito sui singoli titoli, persegue una strategia di replica di particolari indici di attività finanziarie. Gli ETF perseguono questa strategia.

    GESTORE
    Figura incaricata dalla società di gestione di seguire la gestione del portafoglio di un fondo comune di investimento, acquistando e vendendo valori mobiliari sulla base del regolamento del fondo stesso

    GROWTH
    Stile gestionale specializzato nella selezione di titoli di aziende in forte espansione con rendimenti attesi superiori alla media del mercato. Lo stile growth è orientato a valutare le potenzialità di crescita delle variabili reddituali dei titoli (fatturato, cah flow, utili ecc)

     

    H
    HEDGE FOUND
    sono i fondi di investimento non tradizionali detti anche alternative founds. Gli Hedge founds hanno una struttura giuridica molto specifica e utilizzano tecniche di gestione molto sofisticate. L’impiego di strumetni derivati rende il prodotto adatto solo ad investitori con altissima propensione al rischio

    HOLDRs
    gli HOLDRs sono sostanzialmente dei portafogli statici, composti generalmente da 20 titoli azionari appartenenti al medesimo settore di mercato e selezionati dall’emittente stesso (Merrill Lynch), scambiati in lotti minimi di 100 unità; non replicano, quiindi, alcun determinato indice di riferimento. I possessori di quote di HOLDRs hanno i medesimi diritti di un azionista e la possibilità di liquidare separatamente ed in tempi diversi i titoli contenuti nel portafoglio

     

    I
    iNAV:
    l’intraday NAV è il NAV calcolato in real time. Permette di conoscere il valore teorico dell’etf in ogni istante della seduta di mercato.

    INFLAZIONE (TITOLI DI STATO LEGATI ALL’)
    Un Titolo di Stato indicizzato all’inflazioneè un’obbligazione che fornisce all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi in quanto sia il capitale rimborsato sia le cedole pagate periodicamentesono rivalutati sulla base dell’inflazione. Alla scadenza del Titolo di Stato è pertanto riconosciuto al detentore non solo la restituzione del valore nominale dello strumento, ma anche il recupero della perdita del potere di acquisto realizzatasi nel corso della vita dell’obbligazione.

    ISHARE
    Un gruppo di ETF emessi da Barclays Global Investors

     

    L
    LARGE CAP
    Stile gestionale specializzato nella selezione di titoli di società ad ampia capitalizzazione

     

    M
    MANAGEMENT FEE
    è la commissione retrocessa alla società di gestione. Costituisce una voce importante all’interno del TER.

    MARKET MARKER (MM)
    si tratta del soggetto istituzionale incaricato di offrire un livello di liquidità adeguata ossia la sua quotazione continua in denaro e in lettera sul book di un ETF.

    MARKET RETURN
    E’ quanto ritorna dall’operazione su un ETF. Questo importo può essere differente dall’ETF NAV Return. Il Market Return infatti può essere utilizzato per calcolare il guadagno dei piccoli investitori ma non di chi possiede “creation units”

    MTF (MERCATO TELEMATICO DEI FONDI)
    già in funzione dallo scorso luglio ma con la solo quotazione dei Fondi Chiusi. Dal 30 settembre 2004 si possono negoziare anche gli ETF. Le modalità di negoziazione sono praticamente identiche a quelle previste per le azioni. Per maggiori informazioni www.borsaitalia.it

     

    N
    NAV (NET ASSET VALUE)
    Net Asset Value, ossia il valore patrimoniale di una quota dell’etf al netto dei costi. E’ valorizzato su base giornaliera e riferito alla chiusura della seduta di borsa precedente. Viene anche calcolato in real time durante le sedute di mercato (iNAV).

    NAV RETURN
    E’ quanto ritorna dall’operazione su un ETF. Questo importo può essere diverso dall’ETF market return. Il NAV Return infatti può essere utilizzato per calcolare il guadagno di chi possiede “creation units”, ma non per i piccoli investitori

     

    O
    OICR
    Acronimo di Organismi di Investimento Comune del Risparmio. Fondi comuni di investimento e Sicav.

    OICVM
    Organismo d’Investimento Collettivo in Valori Mobiliari

     

    P
    PAC
    Acronimo di Piani di Accumulo di Capitale. I Pac rconsentono l’acquisto di quote di un fondo tramite versamenti periodici successivi. Si possono versare nel fondo comune importi fissi o variabili, a cadenza mensile, trimestrale, quadrimestrale e così via, per un arco temporale di cinque, dieci o quindici anni. La valenza di questo strumento è riconducibile in primo luogo ai vantaggi derivanti da un “risparmio forzoso”; in secondo luogo alla possibilità di investire da subito senza attendere di avere a disposizione cifre elevate. Infine esiste anche una valenza prettamente finanziaria: la possibilità di mediare costantemente il prezzi di acquisto riducendo così il rischio di comprare sui massimi.

    PATRIMONIO GESTITO
    Il patrimonio gestito di un fondo corrisponde al valore totale delle quote sottoscritte dagli investitori.

    PERFORMANCE
    Indica l’andamento di un qualsiasi prodotto. La performance è misurata dall’incremento del valore della quota nel periodo di riferimento; l’orizzonte temporale utilizzato per il calcolo della performance di un fondo è in genere costituito dagli ultimi 12/36/60 mesi.

    PIC
    Acronimo di Programma di Investimento del Capitale. E’ l’investimento in fondi comuni in un’unica soluzione. Il capitale da destinare ai fondi viene investito tutto in una volta. La quota acquistata nei vari fondi avrà quindi un unico prezzo. Hanno commissioni inferiori ai Pac e sempre più spesso ne sono esenti

    PREMIO SUL NAV
    Il prezzo degli ETF si forma sul mercato, in base all’incrocio della domanda e dell’offerta; questo in alcuni casi comporta che lo strumento quoti a premio rispetto al NAV

    PREMIUNM/DISCOUNT
    Un ETF quota a premio (premium) quando il prezzo di riferimento è superiore al valore del suo NAV; quota a sconto (discount) quando il prezzo di riferimento è inferiore al valore del suo NAV.

    PREZZO DI RIFERIMENTO
    Il prezzo di riferimento è dato dalla media ponderata dell’ultimo 10% delle quote negoziate, con l’esclusione dei contratti conclusi su due ordini di segno opposto e di pari quantità provenienti da uno stesso operatore; è utilizzato come paramentro all’avvvio delle negoziazioni della seduta successiva

    PROSPETTO INFORMATIVO
    Documento che deve essere redatto e pubblicato secondo le disposizioni di carettere generale determinate dalla Consob in occasione di Opvs, vendita di quote di fondi comuni di investimento o di azioni o Sicav e offerti al pubblico delle gestioni patrimoniali. Il propspetto informativo deve contenere informazioni circa l’organizzazione, la situazione economica e finanziaria e l’evoluzione dell’attività delle società emittenti o di chi propone l’investimento

     

    Q
    QUARTILI
    L’analisi per quartili consiste nel classificare tutti i fondi appartenenti ad una stessa categoria sulla base del rendimento annuo e nel suddividerli successivamente in 4 gruppi. Ogni gruppo, quartile, è formato dal 25% dei fondi tra tutti quelli disponibili nella categoria. Nel primo quartile sono raggruppati i fondi migliori, nell’ultimo quartile, ultimo 25% i fondi che hanno ottenuto i peggiori rendimenti annuo.

    QUBES (QQQ)
    E’ un ETF legato all’indice Nasdaq 100; fa parte degli ETFs più scambiati sul mercato americano

    QUOTA
    Unità di misura di un fondo di investimento. Rappresenta la “quota parte” in cui è suddiviso il patrimonio del fondo. Quando si sottoscrive un fondo si acquista un certo numero di quote ad un determinato prezzo, divenendo possessori di quote. Facendone richiesta, le quote possono anche essere nominative, in alternativa possono essere rappresentate da un certificato al portatore; di solito sono depositate presso la banca depositaria in un certificato cumulativo.

     

    S
    SCONTO RISPETTO AL NAV
    Il prezzo degli ETFs si forma sul mercato, in base all’incrocio della domanda e dell’offerta; questo in alcuni casi comporta che lo strumento quoti a sconto rispetto al NAV

    SHARE
    termine anglosassone che indica una porzione, una quota (di mercato).

    SHORT SELLING
    L’ETF può anche essere venduto allo scoperto – intraday o multiday – se questo servizio è offerto dal proprio intermediario. In questo modo l’investitore può assumere una posizione ribassista

    SPECIALIST
    E’ il market maker ufficiale, ovvero colui che deve sempre garantire una quotazione

    SPESE DI GESTIONE
    Esistono dei costi annui legati agli ETF; generalmente sono espressi in percentuale. Nell’importo non sono comprese le spese che l’investitore deve sostenere quando acquista o vende un ETF

    SPIDERS(SPDRs O STANDARD & POORS’’ DEPOSITORY RECEIPTS)
    Un gruppo di ETFs che replica diversi indici dello Standard & Poor

    SPREAD
    In un sistema di negoziazione che vede i prezzi espressi sia in acquisto che in vendita (denaro lettera), lo spread indica l’ampiezza del divario esistente tra prezzo denaro e prezzo lettera

    STREERTRACKS
    Un gruppo di ETF emessi da State Street Global Advisors. Questi strumenti replicano diversi indici e sotto – indici. Sono scambiati sulla Borsa Americana

     

    T
    TER
    Total Expense Ratio il costo complessivo annuale dell’ETF, espresso come percentuale sul patrimonio gestito.

    TOP DOWN
    Politica di gestione specializzata nella selezione di titoli di società prescelte in base ad una analisi settoriale, dopo considerazioni di carattere macro economico, compiendo un processo di selezione progressiva. Si contrappone a bottom up.

    TRACKING ERROR
    la differenza tra il prezzo dell’ETF e quello del benchmark.

    TURNOVER
    la traduzione letteraria dall’inglese è rotazione, avvicendamento. In riferimento ad un titolo/ETF indica il numero delle azioni/quote scambiate, anche in termini di controvalore

     

    U
    UNIT INVESTMENT TRUST
    E’ una struttura utilizzata da alcuni ETF. Questa forma non permette di re-investire immediatamente i dividendi (cosa che invece si può fare con i Fondi Aperti)

     

    V

    VOLATILITA’ DI UN FONDO COMUNE DI INVESTIMENTO
    Variabilità del rendimento del fondo nel tempo, rappresenta quindi la tendenza dei valori della quota a discostarsi dal valore medio (della quota) nel periodo considerato (giorni/mesi/anni). Quanto più grande è la volatilità di un fondo, tanto maggiore è stata l’oscillazione del valore della quota nel periodo di riferimento . Maggiore è la volatilità di un fondo, più il fondo è rischioso: c’è una probabilità molto elevata che il rendimento effettivo del fondo nel momento in cui si decide di vendere le quote sia diverso da quello atteso